C’era una volta “Giochi senza Frontiere”. Protagonista del libro anche Procida.

immaginidi repertorio di Giochi senza FrontiereIn un libro di Gianni Magrin, tantissime le citazioni sulla partecipazione di Procida .

Correva l’anno 1966 quando l’isola di Procida prende parte alla fortunata trasmissione televisiva. Il tutto è racchiuso in un libro “Giochi senza frontiere. Trent’anni di Giochi”, di Gianni Magrin. Quanti hanno ancora a mente le serate passate a guardare la “mitica” trasmissione televisiva “Giochi senza Frontiere”? Chi ha superato gli anta la ricorderà, senza dubbio con piacere.

Diverso il discorso per le ultime generazioni per le quali, viceversa, dice poco o nulla. L’occasione di parlare di questa festosa manifestazione, che ha segnato un pezzo della nostra storia, ci è data dall’aver scoperto sulla rete la nascita di un comitato “Libro Giochi senza frontiere” che da anni porta avanti una campagna per il ritorno in Tv della trasmissione alla quale presero parte l’isola di Ischia nell’edizione inaugurale del 1965, Procida nel 1966 (sconfitta dalla francese Malo Le Bains) e Forio d’Ischia nel 1971. Qualche anno fa è uscito un libro, Giochi senza frontiere. Trent’anni di Giochi, di Gianni Magrin, (per curiosità ed acquista sito internet: www.librogiochisenzafrontiere.it), che narra di questa storico programma, voluto dallo statista francese De Gaulle, con lo scopo di mettere insieme giovani di mezza Europa per giocare, familiarizzare e conoscersi. Molti critici televisivi del tempo, a vent’anni dal termine del conflitto mondiale, videro provvidenziale nella prima puntata del 25 maggio del 1965 l’esordio di Francia e Germania, nazioni rivali da sempre. Il volume, di 240 pagine con 375 illustrazioni,  parla della storia di questa popolare trasmissione evocando, seppure in modo telegrafico alcuni aneddoti molto simpatici anche sulla partecipazione dell’isola di Procida.

Alcune Citazioni su Procida
2.2 I diversi tipi di giochi: la puntata di Procida
(…) Divertente fu il gioco “dell’hockey con la scopa” a Malo-les-Bains. La squadra francese e quella di Procida, in campo con 20 atleti ciascuna, disputarono una singolare partita di hockey a rotelle; le mazze erano sostituite da scope casalinghe, e la palla da una sfera di plastica del diametro di 40 centimetri. A Procida ebbe luogo un’accanita “gimcana”, nella quale gli atleti dovevano schiacciare con i piedi e con la testa alcuni palloncini disseminati lungo un percorso accidentato. (…) (p.45)
(…) Passiamo adesso alla sfortunata serata di Procida. Dopo un inizio alla pari tra Italia e Francia, nel gioco della Torre di Babele, passò a condurre la squadra transalpina vincendo le gare del pasticcere e delle gimcane.
Nei giochi del self-service-tapis-roulant e del golf umano, Procida pareggiò i conti portandosi con i francesi a quota sei. Decisivi rimanevano i quiz culturali. Ed è nelle prove mnemoniche che la nostra isola mise il piede in fallo. Dopo la romantica regata in barca vinta da Malo-les-Bains, che servì solo a stabilire l’ordine di partenza per il gioco a quiz, fu la Francia a scegliere la prima domanda, puntando coraggiosamente su un quiz da tre punti. In mezzo ad una varietà di pietre preziose l’atleta doveva riconoscere la provenienza di almeno  cinque cristalli colorati. Precisa la risposta del transalpino, che riconobbe le pietre con estrema facilità. Toccava all’Italia passare l’esame. Il concorrente doveva consegnare a delle “agenzie” dei documenti di riconoscimento. La prova, più d’azione che di “ragione”, non ci diede nessuna soddisfazione. Procida meno tre punti. La linea passò all’isola campana. Il nostro intellettuale scelse la domanda da tre punti. Doveva attribuire a cinque grandi personaggi dello spettacolo o della cultura i rispettivi passatempi. Quattro errori, Procida a zero punti. Malo, con la vittoria nel cassetto e con la semifinale in tasca, si accontentò di una domanda di coefficiente uno. Il giovane francese riconobbe con facilità cinque opere d’arte molto conosciute.  Il confronto terminò con un tondo 10 a 0. (…)(p. 46)
I giudici Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi a Procida
Riportiamo con piacere un aneddoto riguardo ai giochi di Procida del 1966. In quell’occasione, a causa di alcuni disguidi tecnici, la produzione italiana non era riuscita a provvedere sufficienti stanze d’albergo per tutte le troupe. I vari presentatori italiani, per interessamento dell’infaticabile Popi Perani, furono ospitati presso alcune famiglie, si rimediò per loro qualche stanza nelle case da affittare ai villeggianti. I due svizzeri, sentitisi invece un po’ imbarazzati, fecero di tutto per trovare una stanza, nell’unico albergo dell’isola non ancora “al completo”. Mettendosi d’accordo con i gestori, ottennero, non si sa come, una stanza, e la sera si vantarono di avere una “suite” addirittura con televisore in camera. Si seppe poi, e fu motivo di dileggio per tutti i vent’anni della loro partecipazione alle gare, che la famosa stanza con televisore, era niente altro che la stanza del televisore. L’albergo, realmente al completo, non poteva offrire altra stanza che la sala dove gli ospiti si riunivano per vedere gli spettacoli. Così, dopo aver atteso a lungo che l’ambiente si liberasse, fu tirato un séparé, un cameriere montò due letti e il famoso televisore fece da comodino. (pp. 72-73)
Testimonianza di Popi Perani
(…) Gli arbitri svizzeri, immancabili a tutte le puntate della Prima serie, erano un po’ l’emblema dei Giochi. Gennaro entrò nel 1965, Guido con me l’anno successivo. Orgogliosamente svizzeri, di loro si potrebbe scrivere una enciclopedia, e ancora sarebbe poco. (Rimane memorabile un divertente episodio avvenuto a Procida. Convinti di alloggiare in una suite col televisore – eravamo nel 1966 –  si trovarono a dormire nel salone col televisore). (…)  (p. 158)

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