Sulla questione relativa al bilancio comunale, dopo i rilievi formulati dall’Amministrazione Comunale, abbiamo sentito “un’altra campana” e chiesto a Pasquale Lubrano una opinione in merito, sia come esperto in materia di finanza locale, derivante anche dalla lunga militanza politica, che come ricercatore storico della vita amministrativa isolana.
Si va verso un nuovo dissesto finanziario del Comune dopo un quarto di secolo?
«Mi auguro di no. Il dissesto arreca solo danni ai cittadini che pagheranno caro, condanna il paese all’immobilismo, è la dichiarazione di fallimento per l’Amministrazione che lo dichiara, specie se vi sono le condizioni per evitarlo».
Procediamo con ordine: Cosa ne pensi dello stato dei conti del Comune?
«Premesso che da oltre vent’anni non ricopro incarichi elettivi amministrativi e seguo le vicende comunali da cittadino e da redattore di “Procida Oggi”, ero da sempre a conoscenza della situazione come risulta dagli atti ufficiali, tutti regolarmente sottoposti al vaglio del Consiglio Comunale e di cui i mezzi di comunicazione tradizionali e telematici ne hanno dato conto. Mi sorprende che consiglieri comunali per decenni, presenti alle sedute consiliari che trattavano tali argomenti, dicono di non saperne nulla, compresa “la sorpresa” dei fondi vincolati utilizzati in termini di cassa che era invece ben nota. D’altro canto le cifre che circolano ora, sono le stesse ampiamente diffuse in campagna elettorale dai componenti la lista vincente, tratte da documenti ufficiali, per cui c’è stato poco da scoprire».
Come leggi le cifre sin qui diffuse dall’Amministrazione?
«Ritengo che vanno fatto alcune precisazioni con spirito costruttivo. Si parla genericamente di “massa passiva” per cifre astronomiche che solo molto parzialmente sono debiti accertati. Come si evince dalla delibera di riaccertamento dei residui imposto quest’anno dalle legge, adottata dalla Giunta Ambrosino il 25 giugno scorso, per le modifiche contabili, il 2014 si è chiuso con un “Avanzo di Amministrazione” di 2 milioni di Euro a fronte di 10,4 mil per la liquidità ottenuta dallo Stato con mutuo ventennale a cui va aggiunto 0,4 mil. per vincoli di legge. A stare alle cifre ufficiali i debiti ammonterebbero a 8,8 mil. Fin qui si tratta di debiti effettivi. La legge, a tutela della esigibilità dei crediti, ha ritenuto che i Comuni creino un fondo di svalutazione crediti per far fronte ad eventuali mancati incassi, modificabile anno per anno, man mano che essi si realizzino o meno. L’importo di questa futura ipotetica svalutazione crediti è stata valutata in delibera 12,7 mil, oltre un altro 1,1 mil per eventuali passività potenziali da contenzioso. E’ sommando debiti certi per 8,8 mil. a quelli eventuali per 14 mil. che si arriva a quella che viene complessivamente definita “massa passiva”, i fantomatici 22,6 mil. E viene fatto credere che siano tutti debiti. Il che non é».
Di recente, però, consigliere delegato dott. Giovanni Villani, ha parlato di dissesto finanziario inevitabile, imposta dagli organi di controllo. E’ possibile un’altra soluzione?
«Sono stato sempre contrario al dissesto finanziario del Comune, a volte ritenuto una scorciatoia (inutile e dannosa anche per l’Amministrazione che l’adotta) nell’illusione di liberarsi dalle difficoltà di gestione che ci sono, o per addossare agli amministratori precedenti l’impossibilità di realizzare le proprie promesse elettorali. Nel caso, anche l’amico Villani mi diceva di essere contrario a tale scelta, tanto più che a pagare sarebbero soltanto i cittadini per il forte aumento di tasse e balzelli vari ed in termini di riduzione dei servizi. Sentivo che da incontri in Prefettura e dalla stessa Corte dei Conti verrebbero indicazioni tendenti al dissesto. Anche questo aspetto mi lascia scettico. Non so come la situazione sia stata presentata. Gli indicatori della Prefettura, come i diagrammi presentati in campagna elettorale danno alcune indicazioni ma non possono specificare la qualità dei contenuti».
Quali potrebbero essere le soluzioni?
«Credo che la situazione, certamente impegnativa, possa essere affrontata. Penso ai 4/5 mil. dai condoni edilizi, considerati tra i crediti incerti e che invece possono essere incassati a breve anche in considerazione delle procedure abbreviate approvate dalla Regione, o l’incasso delle morosità per la tassa sui rifiuti che ammonta a diversi milioni di Euro. Da sole, queste due voci riscosse, potrebbero avere un doppio forte effetto: procurare la liquidità necessaria per sistemare le situazioni più urgenti ed abbassare, forse dimezzare, gli accantonamenti tecnici con vantaggi per tutte le annualità del trentennio disponibile, secondo legge, per eliminare i residui riaccertati. Si possono aggiungere altri incassi possibili, vendita di beni immobili (peraltro credo vi siano residue somme da incassare per immobili già venduti), l’eventuale vendita delle quote della società del porto turistico di Marina Grande o il taglio ai contratti di servizio (5%) (es. raccolta rifiuti) o 15% sui fitti passivi e le altre misura rese possibili da recenti leggi sul taglio alla spesa pubblica, e così via. Intanto non va trascurato il fatto che con il taglio del numero dei dipendenti attuato dalla precedente amministrazione comporta la riduzione dei costi, man mano più significativa. Grosso modo, come cifra indicativa, con venti unità in meno messe in prepensionamento e quelli che vanno in quiescenza per averne le condizioni, il risparmio potrebbe aggirarsi su circa un milione annuo che nei trent’anni concessi per l’armonizzazione della contabilità porterebbe ad una minore spesa tra i 28 e i 30 mil. complessivi che colmerebbe qualunque evenienza negativa attualmente agitata da contenzioso in atto e rientrare nell’ordinarietà amministrativa molto prima del tempo disponibile, secondo legge. Tra i risparmi si può annoverare, in aggiunta, la fine del pagamento delle rate di mutuo per il dissesto degli anni ’90 Amministrazione Aniello Scotto (tra due anni)».
Nell’immediato, però, c’è da affrontare il giudizio della Corte dei Conti
«Certamente. Ma ritengo che presentata la situazione in questo modo ci sarà sicuramente attenzione. Anzi mi risulta che in Italia gli indirizzi delle varie Sezioni Corte dei Conti fossero ben disponibili per accompagnare i Comuni ad uscire dalle situazioni create anche dal sovrapporsi di leggi finanziarie che spesso si contraddicono. Tanto che il Governo ed il Parlamento con l’ultima legge in merito approvata appena il 27 febbraio scorso sono stati indotti a prorogare i termini al 30 giugno scorso affinché gli Enti in difficoltà potessero modificare i piani di riequilibrio, anche se già bocciati, utilizzando la nuova normativa. Nel nostro caso, ci troviamo per il 2014 in presenza di un “Avanzo di Amministrazione” di 2 milioni, con la legge di riaccertamento dei residui che concede 30 anni per gli incassi ed i pagamenti arretrati, perché spingere un Comune come Procida al dissesto se non paga i suoi debiti in 5 anni?».
Ma entro il 30 giugno è stata utilizzata questa possibilità?
«Non conosco lo stato attuale del piano di riequilibrio e quindi non so se il Comune rientrava in quelli che potevano fruirne, ma penso che potesse farlo. Resta, in ogni caso, il senso delle norme e dei comportamenti degli organi di controllo niente affatto punitivi ma disponibili ad accompagnare gli Enti ad affrontare le difficoltà e le opportunità delle nuove normative di legge. Sono fiducioso che se viene confermata la volontà da parte dell’Amministrazione di evitare il dissesto con i danni conseguenti e se essa opera realmente in tal senso, non si ingigantisce la “massa passiva” per altri obiettivi, magari tutt’altro che nobili, benché le situazioni siano complesse, è possibile individuare le giuste soluzioni. Se si sceglie il dissesto, non sarà stata né la Prefettura né la Corte dei Conti ad imporla».
ecco se tutti fossero come il Sig.Lubrano a spiegare i fatti, saremo tutti più informati. In campana elettorale i conti erano sempre gli stessi…….la verità che questi in dieci anni di opposizione non leggevano neanche gli atti….e dei 2 milioni di avanzo di amministrazione e dei tagli dei dipendenti fatti dall’amministrazione vecchia nessuno ne parla????
Pare proprio che il dissesto sia evitabile. Quindi se lo dichiarano significa che sarà solo responsabilità e, mi sia consentito, incapacità della nuova amministrazione.
Il ruolo del politico non è tecnico, è politico, basta sapere cos’è la politica ,mi chiedo se questi lo sanno!!! In qualsiasi professione, mestiere o altro bisigna fare del tirrocinio, questi non l’hanno fatto quindi non hanno gran colpa.mentre i colpevoli sono il Sindaco con 13anni di consigliere e del presidente del consiglio con più di 20 anni che hanno riscaldato la sedia e non hanno imparato niente. Il fatto piu tragico è la faziositá che li tiene prigionieri. Quanto hanno alle spalle Scotto di Santolo che bene o male qualche consiglio può dare. Attenzione vi siete riempite la bocca e avete ripetutamente detto CAMBIAMENTO bene aspettiamo il cambiamento
Eccoli di nuovo in campo. Anzi in trincea ! Le parole “dissesto finanziario” , “Aniello Scotto” e “Dino Ambrosino” agiscono sui vecchi socialisti come l’esorcista sull’indemoniato. Vanno fuori di testa. Imprecano. Mentono. Blandiscono e colpiscono . Cambiano voce e parlano lingue sconosciute. Si trasformano d’improvviso in esperti di contabilità, finanza e buon governo, ( dimenticando il passato) dispensando rettifiche, consigli e soluzioni che mai si sono sognati di applicare o dispensare negli anni in cui erano amministratori 25 anni fa o molto vicini agli amministratori fino a due mesi fa . Senza vergogna .
C’è necessità di un nuovo patto tra amministratori e cittadini, realtà produttive, associazioni affinché ciascuno, in una congiuntura tanto delicata, apporti il necessario contributo, anche di idee, per la soluzione della difficile situazione. Chi governa ha il dovere di impegnarsi senza tregua per la soluzione dei problemi, agendo tutte le possibilità offerte dalle normative e cercando di adottare anche soluzioni innovative.