Inizio del nuovo anno scolastico con oltre 200.000 docenti supplenti

PROCIDA – Come dice un vecchio, ma sempre attuale adagio, “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare” così la scuola italiana si trova in bilico tra i buoni propositi dei Governanti di turno ed un sistema organizzativo che sembra, di volta in volta, implodere su se stesso senza offrire possibilità di scampo alla risoluzione delle tante problematiche.

Una delle tante questioni annose riguarda, senza dubbio, il numero spropositato di insegnanti supplenti presenti in ogni ordine e grado di scuola. Da questo punto di vista dai primi dati territoriali, infatti, risulta che le immissioni in ruolo di docenti, per l’anno scolastico 2023/2024, non raggiungeranno neanche la copertura del 50% dei posti disponibili (81.000) ragion per cui la oramai imminente campanella suonerà con oltre 200 mila supplenti, fatto che rappresenta un danno per i precari stessi ma, soprattutto, per gli alunni ai quali non verrà garantita la continuità didattica e che rischiano di cambiare anche tre docenti dall’inizio dell’anno sulla stessa disciplina.

Questo il commento di Giuseppe D’Aprile in merito alle prime stime giunte alle segreterie territoriali della Uil Scuola Rua riguardo le supplenze del prossimo anno scolastico.

“In Lombardia – afferma D’Aprile – nonostante le procedure di immissioni in ruolo, ci saranno oltre 25 mila posti da dare a supplenza. Sempre al nord Italia segnaliamo la situazione del Piemonte e del Veneto, dove si partirà con circa 20 mila supplenti.

Si tratta come sappiamo di un problema nazionale che non si limita al Nord Italia – ricorda il Segretario – nel Lazio i supplenti sono circa 12 mila, mentre al Sud prendendo come esempio Sicilia, Campania e Puglia, ci attestiamo rispettivamente a quota 13 mila, 11 mila e 10 mila.

Si procederà con le nomine sicuramente in ritardo rispetto all’inizio dell’anno scolastico.

Gli alunni rischiano di cambiare anche tre docenti all’inizio dell’anno sulla stessa disciplina – afferma D’Aprile -. Assisteremo come di consueto “al balletto” del personale. A questo si aggiunge il problema sul sostegno. Migliaia di posti in deroga anche in assenza di docenti specializzati. Servono 80mila docenti di ruolo per la copertura dei posti.

Avevamo proposto al ministro Valditara una soluzione: trasformare tutti i posti vacanti da organico di fatto a organico di diritto. Il tutto, quindi stabilizzando 250 mila precari, costerebbe 180 milioni di euro, circa 715 euro a precario. Rappresenterebbe anche un volano di crescita per l’intera economia del paese. Come al solito la narrazione è diversa dalla realtà.

Sulla scuola non si deve fare cassa, si deve investire. Basta la volontà politica – conclude il Segretario generale della Uil Scuola Rua”.

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