di Gennaro Savio
Il momento più significativo della manifestazione di protesta popolare che si è svolta sull’isola d’Ischia stamattina sabato 4 dicembre 2010 contro la vergogna sociale degli abbattimenti delle prime case di necessità, si è registrato in piazza Santa Restituta dove i manifestanti hanno addobbato lo sfarzoso e dorato albero di natale con gli striscioni su cui sono impresse le foto della famiglia Monti-De Donato, mamma Tina, papà Paoletto e i piccoli figli Luca e Rossella e la loro umile casa mandata in frantumi due giorni fa dalle disumane ruspe di Stato.Circa duemila persone hanno preso parte alla manifestazione. Momenti di tensione si sono vissuti alla partenza del corteo quando un manifestante che sarebbe venuto in contatto con un’autovettura, è stato trasferito presso l’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno da dove, però, è stato fortunatamente dimesso poco dopo.
Traffico in tilt su tutta la litoranea Casamicciola-Lacco Ameno per oltre tre ore e non è mancato il tentativo di qualche automobilista di intrufolarsi nel corteo
La manifestazione è riuscita molto bene nonostante i vergognosi tentativi di boicottaggio messi in essere da quel potere politico locale responsabile diretto degli abbattimenti. Durissimi sono stati gli slogan e gli interventi che gli organizzatori hanno tenuto contro il potere politico locale, provinciale, regionale e nazionale che ha saputo solo strumentalizzare questa tragedia in campagna elettorale. Nel mirino degli attacchi sono finiti il Premier Silvio Berlusconi, la Ministra Mara Carfafgna e il rappresentante locale del PDL Domenico De Siano. La manifestazione si è conclusa sotto il Municipio di Lacco Ameno dove durissimo è stato l’attacco al Signorotto locale Domenico De Siano, il padroncino di Lacco Ameno il quale nonostante ricopra la carica di Consigliere provinciale e quella di Consigliere regionale, nonché quella di Onorevole alla Camera dei Deputati, nulla sta facendo contro questa tragedia sociale senza precedenti mentre è impegnatissimo nel portare avanti il disegno reazionario, antidemocratico e antipopolare di fondere i sei attuali comuni dell’isola d’Ischia al solo scopo di poter accentrare il potere nelle sue mani e nelle mani dell’altro signorotto del PD Giuseppe Ferrandino, Sindaco di Ischia.
Nel mentre si teneva il comizio conclusivo, un gruppo di ragazzi di estrema destra, con fare provocatorio si è avviato in direzione delle telecamere per poter esporre davanti agli obiettivi la bandiera della repubblichetta di Salò, il cui simbolo messo al bando dalla Resistenza al nazi-fascismo e dalla Guerra di Liberazione è anticostituzionale e non può essere esposta in pubblico. Dinanzi al diniego dei giovani di ammainare la bandiera, Domenico Savio ha chiesto alla Polizia presente di far cessare la provocazione del gruppo di estrema destra e chiesto di far rimuovere dalla piazza la bandiera col simbolo nazifascista e di identificare e denunciare i giovani presenti per ‘apologia del fascismo e vilipendio della bandiera italiana’. Gli uomini del commissariato di Ischia a questo punto sono intervenuti e si sono fatti consegnare la bandiera mentre dal gruppo di estrema destra sono partite le invettive contro Domenico Savio. Per la cronaca ricordiamo che nei mesi scorsi oltre ad essere apparsi sulle cantonate del comune di Forio macabri manifesti che annunciavano la falsa morte di Domenico Savio, il 3 settembre scorso le tabelle del PCIML di cui Savio è Segretario generale furono imbrattate con croci celtiche e frasi fasciste.
Alla manifestazione oltre agli studenti e alle famiglie abbattute dell’isola d’Ischia, di Procida e di Napoli, hanno partecipato anche i rappresentanti regionali del Comitati campani anti-abbattimenti.
A conclusione dell’importante e riuscita manifestazione di protesta popolare, i rappresentanti del Movimento di lotta unificato per il diritto alla casa hannochiesto con forza al Governo e al Parlamento di legiferare con urgenza per fermare gli abbattimenti e dare la possibilità alle popolazioni della regione Campania di poter regolarizzare gli abusi di necessità.