In questi giorni, prossimi alle festività natalizie, è possibile trovare nelle edicole e librerie dell’isola “La regina delle galere, storia e storie del Carcere di Procida” scritto da Franca Assante per Giannini Editore. Il libro racconta, con dovizia di particolari, grafici e riferimenti storici, una pagina importante per l’isola ed ovvero il percorso di trasformazione del palazzo d’Avalos in Casa di pena (ad un certo punto, correva l’anno 1844, era in itinere un progetto “folle” secondo il quale bisognava radere al suolo buona parte dell’abitato in prossimità di “Terra Fortificata”, compreso l’Abbazia di San Michele Arcangelo, facendo “emigrare” la popolazione residente in altre zone del territorio isolano, e costruire una struttura per circa 8.000 detenuti, all’incirca tanti quanti, nel 1861, erano ristretti nei 24 bagni penali esistenti nel neonato regno d’Italia), ma anche le tante storie narrate da protagonisti e spettatori, allo stesso tempo, della vita all’interno di quelle pareti. L’una e le altre illuminano gli aspetti nascosti e non della politica carceraria ‘moderna’, per la quale la monarchia borbonica aveva mostrato interesse ed entusiasmo; nonché gli errori commessi e la mancanza di risultati significativi. E non solo. Le carenze della burocrazia, la sua proverbiale lentezza e “la prava natura delle nostre istituzioni”, come scriverà il duca Sigismondo Castromediano, ‘ospite’ illustre del carcere procidano in quell’epoca. Infine, l’imperversare della corruzione a tutti i livelli; la capillare infiltrazione della camorra, che esigeva il pagamento del pizzo, specie nell’approvvigionamento dei viveri; ma, anche pronta a “guadagnar[e] un posto” dopo aver allargato “la borsa ai custodi”; comandanti cinici e avidi, amici dei camorristi e di chiunque avesse consentito di concludere “affari”. Di qui l’entrata di armi proibite, i frequenti casi di ‘sferrramento’, eclatanti evasioni e altro ancora.
Franca Assante, che molti procidani ricordano per essere stata, nel 1953, la prima diplomata macchinista navale d’Italia, è professore emerito di Storia economica nell’Università di Napoli Federico II, ha concentrato i suoi interessi scientifici e culturali principalmente sugli aspetti economici e sociali, agrari e demografici dell’Italia meridionale nei secoli XVII-XX.
Tra le principali pubblicazioni a carattere monografico si ricordano: Calopezzati. Proprietà fondiaria e classi rurali in un comune della Calabria (1740-1886) (Napoli, ESI, 1964); Città e campagne nella Puglia del secolo XIX. L’evoluzione demografica (Genève, Librairie Droz, 1974); Il mercato delle assicurazioni marittime a Napoli nel Settecento. Storia della «Real Compagnia». 1751-1802 (Napoli, Giannini, 1979); Giovan Battista Maria Jannucci. L’uomo e l’opera (Napoli, Giannini, 1981); Amalfi e la sua Costiera nel Settecento. Uomini e cose (Napoli, ESI, 1994); Romagnano. Famiglie feudali e società contadina in età moderna (Napoli, Giannini, 1999); S. Maria della Consolazione a Posillipo. La storia, le storie. Secoli XV-XX (Napoli, Giannini, 2007).