PROCIDA – La garbata esposizione su “Il Mattino” del commissario di Governo che ha redatto il Piano Reginale Sanitario, in cui c’è anche il capitolo inerente la nostra isola, racchiude luci ed ombre, quest’ultime hanno spinto il popolo procidano ad una giusta e sacrosanta mobilitazione e combattiva protesta. Infatti, quando il Commissario afferma che a Procida la riorganizzazione prevede un ospedale di comunità ci trova in perfetta sintonia con ciò che, da tempo, andiamo formulando sotto la terminologia di “rete della salute” che parte dalla medicina di base, alla specialistica ambulatoriale fino al pronto soccorso salvavite con personale altamente qualificato con strumenti diagnostici e operativi efficaci, efficienti e risolutivi per la salvaguardia della salute dei bambini, degli anziani, delle donne partorienti, dei cittadini e degli ospiti della nostra meravigliosa terra, con una guida sanitaria-amministrativa autorevole e fortemente presente sul territorio. Questo per evitare tutte quelle disfunzioni che guide extraterritoriali hanno consentito ad una parte degli operatori a scapito di altri, una flessibilità dell’orario di lavoro tanto ampia che spesso gli utenti trovavano sedie vuote.
Ritornando sul pronto soccorso salvavite, ribadiamo essenziale e vitale per l’attuazione totale del diritto alla salute di chi ha avuto la meravigliosa e travagliata ventura di nascere in una “polis”, come la nostra micaelica, in mezzo al mare , che ci dividiamo profondamente: per noi, figli del mare, la rosa dei venti è la linea guida e di condotta nell’agire quotidiano, nella buona e nella cattiva sorte, per voi terrestri basta attraversare una strada o correre su di un’autostrada e il problema è risolto. Con questo spirito, ritengo in perfetta buona fede, è stata concepita la sciagurata soluzione di un punto di osservazione con un rianimatore, eventualmente, qualche altro. A questo punto, poiché siamo ferventi credenti della speranza e riteniamo che le parole, quando solennemente si pronunciano, diventano pietre miliari, come quelle del Commissario in cui afferma che non è a chiudersi in una torre d’avorio, si dia concretezza alla espressione linguistica ascoltando l’immenso e disperato grido di dolore di gente di mare, spesso stressata dall’incubo del naufragio.
Passando a noi, nel mantenere una sana e intensa mobilitazione, ribadendo che non ci sono medaglie da dividere sul come salvare la “pelle” tutti, evitiamo tanti ed amari settarismi, autoreferenzialità e narcisismi fuori luogo perché diventerebbero atti esiziali e delittuosi verso i propri cittadini. Per cui, riprendendo le parole del dott. Joseph Polimeni in cui offre la disponibilità a valutare le istanze e i suggerimenti degli enti locali, davanti alle istituzioni si presenta uno scenario ben definito: il primo punto all’ordine del giorno dell’azione di governo dei prossimi anni è quello di consegnare al paese un solido e rassicurante servizio socio-sanitario, preludio ad ogni costruzione di un futuro migliore per la bellezza che la natura ci ha donato.
Pertanto, parafrasando il titolo del film di Nanni Moretti, dopo un anno dalle elezioni comunali, si può dire che “La Messa è finita” e che il cambiamento passa anche attraverso le forche caudine della sanità e del risanamento ambientale.
Postilla finale: è giunto il momento di rendere il presidio “Gaetanina Scotto di Perrotolo” l’unica “Casa della salute” dove la comunità trova accoglienza sia per la quotidianità che per l’emergenza e di prendere in considerazione, visto l’atteggiamento di “crudele matrigna” che continua ad avere l’ASL NA2 Nord nei nostri riguardi, di seguire Capri che, già da tempo, è dentro la ASL NA1 con risultati ampiamente migliore di Procida.