Durante una sera dell’estate procidana, piena di eccellenti eventi letterari, artistici, teatrali e musicali, conversando con un ottimo professionista impegnato nelle istituzioni locali, ho compreso che nella nostra isola il vissuto quotidiano, sociale, politico, amministrativo ed economico, cammina tutto sotto traccia con un abilità unica tanto da non far trasparire niente alla luce del sole. Così alle mie domande di prospettiva su tutte le configurazioni più salienti del territorio venivano date risposte pronte, secche e definitive. Parlavo di cosa potesse rappresentare l’immenso complesso della “Cittadella” medioevale di Terra Murata e mi veniva risposto che è tutto programmato e pronto. Non avevo il tempo di esprimere la mia idea che l’isolotto di Vivara possiede tutte le credenziali di diventare un centro di educazione ambientale a livello planetario che venivo, subito, interrotto perché è già tutto stabilito elencando dati operativi tanto da lasciarmi stupito, meravigliato e senza parole. Tornando a casa, in religioso silenzio, così acuto ed intenso da far preoccupare vivamente chi con me camminava a piedi dalla Marina Grande a Chiaiolella, riflettevo da modesto filosofo, sulla lezione ricevuta inerente alle scarsa conoscenza del pensiero di “Platone” che considerava l’unica vera realtà quella sovrasensibile, dove i nostri sensi non arrivano mai a percepire la conoscenza. Pertanto bisogna prendere atto che sia le mie limitate facoltà sensoriali che quelle di tutti i cittadini della “polis micaelica” non potranno mai vedere l’attuale essenza di Terra Murata e Vivara. Il privilegio di vederla è esclusivo beneficio di pochi eletti.

ex carcere di procida
C’ erano dubbi???