In questi giorni di preludio autunnale, la questione trasporti marittimi ritorna ad essere centrale nella vita di lavoratori e cittadini. E’ bastato, per esempio, qualche soffio di vento in più (qualcheduno, maliziosamente, sottolinea la concomitante diminuzione del traffico dei turisti, almeno per Procida) per vedere mezzi sistemati in banchina e corse sospese (o, peggio ancora, assegnate e mai partite). Ma, se la società di navigazione statale, poi regionale, Caremar, per diversi anni è riuscita ad assicurare, pur tra non poche difficoltà, un minimo di certezze, anche qui le cose si sono complicate e non poco. Mancanza di fondi per riparare i mezzi (ricordiamo il catamarano Achernar fermo da quasi un anno che sta diventando un ferrovecchio) o, come in questi, giorni, mancanza di liquidità per pagare le spettanze dei lavoratori, stanno portando la società al limite del fallimento (tutto questo in piena procedura di vendita, cosa che lascia non poche perplessità). Così lo sciopero già proclamato per il 17 e 18 settembre prossimo dai lavoratori della Caremar suona ancora di più come un ulteriore campanello d’allarme per un futuro drammatico, con la mobilità territoriale messa a repentaglio in maniera inevitabile.
Guglielmo Taliercio