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Procida, i giovani e la politica

politica giovanidi Michele Romano

Il periodo che conduce una comunità al voto per eleggere i propri amministratori, pur dentro la concitazione e l’animosa frenesia in cui si vive la vicenda elettorale, offre l’occasione per formulare qualche riflessione sulla stratificazione sociale del territorio. Ebbene ciò che ha più colpito la mia osservazione è la condizione di penombra in cui è incastonata una parte non irrilevante della gioventù procidana. In tal senso si sperimenta che una parte di essa, per motivi di studio o di lavoro, allontanandosi dall’isola, ha perso la percezione di comprendere ed appassionarsi alle problematiche che investono il futuro del proprio paese, l’altra parte, quella stanziale che, al di là di una esigua e generosa minoranza, sembra vivere in un’altra realtà e ciò accade intorno a loro è lontano anni luce.

In questi ultimi tempi, da buon pensionato, con un cospicuo tempo libero a disposizione, li incontro nelle agorà e nei luoghi di ritrovo e riscontro che nei loro temi di conversazione sono completamente assenti quelli sociali e politici, concentrati come sono su quelli meramente evasivi e ludici. D’altra parte, bisogna pur dire, che una corposa fetta di essi ha iniziato ad intraprendere il percorso lavorativo del navigare, storicamente asse portante dell’economia procidana. Così, giustamente, come i loro padri, vivono il ritorno a casa come un meritato periodo di salutare inedia. Ma tutto ciò non giustifica la politica, gli enti educativi, socio-sanitari, le famiglie che, rannicchiati nelle proprie egoistiche autoreferenzialità, hanno reso il nostro territorio simile al Deserto dei Tartari.

Uno spicchio di speranza mi è stata iniettata, nel mio quotidiano peregrinare per l’isola, dell’incontro con ragazzi e ragazze (tra cui qualche allievo) impegnati nell’attuale percorso elettorale con i quali mi sono trovato in totale sintonia nel ritenere fondamentale riempire di forti contenuti espressioni come partecipazione, solidarietà, legalità, responsabilità, efficienza e efficacia, in quanto costituiscono elementi fondanti su cui, una nuova modalità di fare politica, deve saper formare e coinvolgere tanti giovani a diventare costruttori in meglio di ciò che gli appartiene: il futuro.

Il mio augurio è che il 31 maggio prossimo si aprirà la strada a tale cammino, nel cui solco sarebbe già meritorio se l’amministrazione che sarà chiamata a governare il territorio colmasse l’atavica lacuna di un polo socio-culturale intorno alla costruzione della “Biblioteca Comunale” alimentata da un volontariato qualificato e motivato. Ciò coniugato dall’incrementare, in modo sensibile, l’attenzione al disagio socio familiare e promuovere con energia la creazione di una organizzazione sanitaria che rassicuri la quotidianità del vivere da parte dei cittadini.

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