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E’ stato liberatorio, come respirere aria nuova, svegliarsi stamattina, predere la bici e pedalare fino al seggio. Salire le scale, consegnare il mio certificato elettorale e votare consapevolmente con quattro “sì” meravigliosi. come ci dice anche il nostro Beppe Grillo: “Questa mattina ho votato. Lo scrutatore era il mio vicino di casa. Mi ha chiesto “Lei chi è?“, gli ho dato la carta di identità e dopo avermi guardato bene in faccia mi ha detto “Si accomodi all’uno”. E’ stato perfetto. Ho avuto quattro orgasmi in cabina. Ho gridato “SI, SIII, SIIII, SIIIIIIIIII!” mentre facevo una croce sulle schede.
L’Italia migliore oggi ha votato, voterà, lo farà domani. Quanti saremo? In ogni caso ci conteremo qualunque sia la nostra idea, la nostra condizione sociale, la nostra età. Ci conteremo e sapremo quante decine di milioni di fratelli e sorelle abbiamo. Quanti di noi sono disposti a cambiare la partitocrazia e i suoi burattinai di Confindustria e delle banche. Soldi. I referendum potrebbero essere tradotti in una sola scelta “I soldi o la vita“. Gli italiani che votano vogliono la vita, la felicità, un futuro per i figli da cittadini e non da schiavi moderni. A Santa Margherita, a due passi da casa mia, i giovani industriali hanno proposto di portare l’età pensionistica a 70 anni. Perché allora non 80, 90? Quanti operai arrivano a 70 anni?
I partiti hanno messo il silenziatore al referendum. Le hanno provate tutte compreso il non accorpamento con le amministrative con 10 deputati del Pdmenoelle e due dell’Idv assenti e un radicale che ha votato contro. Bersani ha replicato che Fassino era a Torino per la festa dell’Unità d’Italia. Bastava un voto e il quorum sarebbe già stato raggiunto. Oggi e domani ognuno conta uno. Chi non vota non si creda assolto. Come diceva Faber “Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti“. Votate e fate votare fino all’ultimo minuto di lunedì.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.