Fummo tra i primi (forse i primi) a far conoscere (si veda il comunicato del 13 Aprile2012) quale incommensurabile valore avesse la Biblioteca dei Girolamini e l’immane danno che la Cultura Mondiale e la Città di Napoli stavano subendo con il susseguirsi di continui saccheggi che cominciavano a trapelare da scarne notizie di stampa. Un latente clima di omertà e di sottovalutazione tendeva a chiudere rapidamente la vicenda, rinunciando a recuperare quanto di immane valore già rubato e lasciando impuniti i gravissimi reati perpetuati: mentre l’allora Direttore della Biblioteca, Massimo De Caro, sfidava tutti convocando addirittura una Conferenza Stampa – Dibattito per giovedì 19 aprile proprio alla Biblioteca per illustrare quanto di massimamente positivo avveniva alla Biblioteca noi dichiarandoci non disponibili per tale farsa insistevamo sulla necessità urgente dell’intervento della Magistratura e diretto del Presidente della Repubblica. La Magistratura la notte del 19 Aprile poneva i sigilli alla Biblioteca ed attivava l’importante operazione in atto che siamo certi porterà al recupero dell’intero patrimonio rubato. Di qui il mostro totale, convinto plauso alla Magistratura.
Se, sul piano giudiziario si sta sviluppando il massimo percorso positivo possibile, non altrimenti ciò è avvenuto ed avviene su quello politico- istituzionale; gravissime restano difatti le responsabilità del Ministri dei Beni Culturali e dei Governi Berlusconi e Monti per non avere minimamente verificato il “curriculum” (inesistente) del Direttore della Biblioteca dei Girolamini posto addirittura come “Esperto del Ministero” per i Beni Culturali, poi arrestato. Resta grande la preoccupazione di essere stati, e nulla ci dà la garanzia che ciò non lo sia più, davanti ad un sistema di corruzione e di interessi malavitosi che aveva copertura o almeno agganci fortissimi nel sistema politico-istituzionale, a partire proprio dai Ministri e dai Ministeri, sia ripetiamo del Governo Berlusconi che di Monti. Grave è il fatto che non vi sia mai stato ( a parte due sole interrogazioni a risposta scritta, quasi un atto dovuto) un dibattito in Parlamento sulla questione, realmente sentito e sollecitato da qualsiasi forza politica. Quanto di gravissimo – ripetiamo anche sul piano politico istituzionale- verificatosi per i Girolamini può essere avvenuto anche per altre realtà: il nuovo Parlamento può eludere la necessità di accertare fino in fondo ogni responsabilità.
Nicola Lamonica, Ermete Ferraro, Antonio D’Acunto,