per la Segreteria Autmare / Lina Guardascione
PROCIDA – Ricco di spunti positivi e di grande spessore politico l’iniziativa procidana di Autmare tenutasi nella sala consiliare messa a disposizione dalla locale Amm.ne Comunale, che ringraziamo. Il dibattito ha evidenziato la drammaticità in cui versano i collegamenti marittimi in particolare per Procida a seguito della privatizzazione di Caremar che ha determinato il consolidamento del monopolio dei privati; e su questo punto durissimo è stato l’attacco dell’autore del libro Diritti Inquinati … di Nicola Lamonica nei confronti del Presidente De Luca per la superficialità con cui ha affrontato la questione nei primi giorni del Suo mandato, in dissonanza con la legge regionale 1/2009 e con quanto veniva ad affermare in campagna elettorale per prendere voti. Una furbizia ed un inganno; un tradimento che ha colpito soprattutto chi ingenuamente l’ha votato, in particolare i lavoratori Caremar sulla cui pelle oggi si stabilizzano i conti di una gara che ha visto un ribasso eccessivo rispetto ad ogni logica, se si vogliono conservare tutte le offerte precedenti che la regionale Caremar offriva in uno alla conservazione di posti e tempi di lavoro compatibili con la normativa vigente.
Si è denunciato preoccupazione per l’immediato, per carenza di certezze e di naviglio di qualità; è emersa preoccupazione per il futuro quando verranno a mancare i soldi dello Stato che oggi, nella misura di ben 11 milioni circa, consentono a privati di incidere sulla vita lavorativa di tanti marittimi con licenziamenti e stress per riduzione di tabelle ( dalle 22 unità di una volta si è passato a dieci con riduzione di stazza ridotta ad un quinto rispetto al passato ) e sulle esigenze reali dei cittadini e dell’economia delle isole.
La risposta politica che viene dal dibattito è quella di individuare ed affrontare il momento attuale nell’impegno istituzionale unitario tra le isole e nella lotta, in tal senso non è senza significato il richiamo alle riuscitissime manifestazioni di anni fa sulle banchine di Procida e quelle altrettante ricche di idealità e di partecipazione avutasi sull’isola d’Ischia: un risveglio collettivo nel segno di una riconquistata etica politica, nella coerenza e nella cultura della legalità e dei valori costituzionali, come condizione essenziale per aprire un nuovo capitolo che sconfigga vittimismi inutili, affarismi e rassegnazione e dia diritti oggi in forse, se non negati . La cultura in cui si muove oggi la politica è prettamente capitalistica, ci viene giustamente ricordato; una cultura che cerca di equilibrare i diversi interessi tra capitale e lavoro, tra diritti ed affari: di questo la platea è cosciente. Ma avverte anche, ed è vero, che se non si affronta il presente con linee innovative e di netta discontinuità si ha la certezza che il caos prevalga, il malumore si traduce in azioni incontrollate o che il diritto di cittadinanza venga a favore della rassegnazione alla sudditanza ed alla schiavitù.
Con queste riflessioni la platea chiude i suoi lavori con uno sguardo al futuro, che si auspica di salutare intesa interisolana su di un progetto unitario che dia certezze e diritti con un Consiglio Regionale capace di superare il pressappochismo e di recepire le volontà in esso contenute.
Naturalmente il nostro vivo ringraziamento a quanti hanno partecipato all’iniziativa, animato il dibattito e creduto nel ruolo politico dell’Autmare anche attraverso le lusinghiere parole di stima nei confronti del Suo Presidente.
Foto di Antonello de Rosa
Articolo demagogico e pieno di inesattezze.Si parla di drammaticità dei collegamenti a seguito della privatizzazione della Caremar.Tutto falso,anzi con la privatizzazione Procida ha riottenuto il monocarena S;Pietro dedicato e la messa in servizio del Fauno fermo da un anno e prossimo alla demolizione.Preoccupazione per naviglio di qualità.I traghetti ex Caremar sono stati tutti sottoposti a Resyling dal privato,Sebbene abbiano 40 anni si ‘presentanto ancora in ottimo stato,specie per quanto attiene alla sistemazione passeggeri.Riduzione stazza-Dai certificati è rimasta inalterata,è diminuitainvece la portata dei passeggeri che attiene esclusivamente all’aspetto commerciale:Le navi,in precedenza,erano abilitate al trasporto di 1423 passeggeri:Chi prende il traghetto delle ore 1510 per Ischia via Procida(solo a titolo di esempio) potrà contare al massimo su cento passeggeri o meno:Dato fornito dalle Capitanerie.Tabella d’armamento ridotta: Quando erano Caremar avevano a bordo 23 persone ed altrettante stavano a riposo pagate a terra quindi 46 in t6otale.Cio’ significava che un marittimo lavorava per soli 6 mesi all’anno e pagato per 12.Chiedo al prof.Lamonica se cio’ era giusto in considerazione di altri marittimi procidani che navigavano su petroliere per 9 mesi e due a casa senza retribuzione.Intesa interisolana.Utopia.Chieda ai suoi concittadini che cosa succedeva quando un traghetto diretto Ischia Napoli doveva fare scalo tecnico a Procida e sul catamarano che scala Procida:Queste sono solo poche considerazioni sintetizzate per brevità,giusta a supporto dell’incipit!!!!
Caro Spartacus, solo ora ho saputo del Tuo commento e Ti chiedo, pertanto, scusa per non aver dato tempestive risposte alle Tue considerazioni che comunque avrei preferito che fossero state fatte nell’occasione, nella sala consiliare di Procida, se non altro per approfondire insieme e pubblicamente il Tuo dire. Entrando nel merito, non ritengo che il Tuo scritto abbia fatto chiarezza sul perché le cose non andavano sulla Caremar pubblica e sull’ opportunità di cedere ai privati, al profitto dei privati, il nostro diritto costituzionale alla continuità territoriale; mentre si attarda su particolari di facciata che nulla dicono sui tanti perché della situazione debitoria della dichiarata società pur essendo largamente attiva, certamente non attribuibile ai marittimi imbarcati, su come mai nessuna azione di responsabilità è stata addebitata a chi ha gestito per anni ed anni con soldi pubblici una società di Stato portandola sull’orlo del fallimento; sui noleggi costosi anziché procedere a riparare le unità parcheggiate in cantiere , sulla svendita di un patrimonio collettivo che supera di gran lunga la misera cifra dei sei milioni di euro ricavati, sul perché della privatizzazione ad ogni costo ed in contrasto con la legge regionale 1/2009, sul perché di una ingiustificata gara ristretta in contrasto con le indicazioni europee,… e dulcis in fundo sulle conseguenze di una privatizzazione che ha ridotto stazze, tabelle di armamento e tempi di riposo con gravi disagi per l’utenza e serie ripercussioni sulla salute psico-fisica dei marittimi e preoccupazioni sui livelli di sicurezza anche per una ridotta normale manutenzione di unità navali certamente datate, se non vecchie; oltre a sbarcare tante unità lavorative in cambio di premi fiscali statali a favore degli armatori. E’ una storia lunga e complessa che non è possibile sunteggiare in poche azzardate battute , come quelle che esprimi nel Tuo commento, se la si vuole studiare, comprendere e valutare per bene.
E, in tale direzione, c’è la mia sfida che oggi pubblicamente Ti faccio: esci dallo pseudonimo e fatti conoscere e a viso aperto diamoci un appuntamento pubblico ( a te la scelta del luogo! ) e confrontiamoci con quanto Ti ho sopra richiamato e quant’altro potrai ricavare dal libro “ diritti inquinati … “ , che potrai acquistare nelle librerie di Procida.