FECE DEL GIURAMENTO DI IPPOCRATE IL SUO VANGELO
di Francesco Marino (IL GOLFO)- A darmi la notizia della morte dell’oncologo Peppino Cioffi è stato all’alba il mio parroco don Lello Ponticelli e, come tutti i procidani, sono rimasto attonito e dispiaciuto. Per uno strano gioco del destino il Signore pesca sovente i migliori grappoli della sua vigna procidana.
Peppino Cioffi che se n’è andato improvvisamente nella notte di San Valentino non è stato un medico qualunque.
Egli fu il medico dei poveri, dei ricchi, di tutti. Egli fece del giuramento di Ippocrate il suo vangelo che applicò alla lettera in tutte le sue sfumature.
Uomo, medico con il cuore a sinistra, si prodigò sempre per gli “ultimi” e, trascinato suo malgrado qualche volta in politica, non primeggiò, ma ebbe il consenso silenzioso della maggioranza dei cittadini. Chi scrive non fu suo amico nella completezza del termine, ma un profondo ammiratore si.
Lo ricordo sempre sorridente e disponibile, impegnato nella professione d’oncologo negli ospedali di Ischia e Procida.
Isole che lo piangono e si chiedono perché il Signore lo abbia voluto accanto a sé proprio in questo momento buio della morale nella politica, come nella vita italiana. Forse un perché c’è: sottrarre un uomo integerrimo dal fango in cui siamo sprofondati. Dall’alto Peppino, il “Moscati” procidano, ci aiuterà a risorgere.
Ti piango Peppino, con tutti i procidani.
Che ti sia lieve la Terra.
Francesco Marino