La pena di una mora lasciata nel suo rovo
di polvere d’agosto, di campagna, di fuga da ogni ombra
ti mando, oggi, giornata senza dolce.
E ancora, per te, qualcosa che nessuno
è riuscito a imprigionare:
le pleiadi nello spicchio di notte che all’occhio ti è concesso,
la luna dei mesi insopportabili nel conto,
le onde insaporite di rum da pasticciere,
le nostre mani che tremano senza perdere la rabbia,
e un bracciale d’argento per un polso
ora stretto da un laccio senza amore.
Stavolta io con troppo pianto e misere parole
per augurarti libere ali nel tuo andare.
per augurarti libere ali nel tuo andare.