di Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo
Oggi è la festa della donna. Approfitto per recarmi dal medico per farmi prescrivere medicinali per mio padre. Per tutto il tempo che sono stato imbarcato, inevitabilmente, per queste piccole incombenze, ci ha sempre pensato mia sorella. Ma capirai, oggi è la festa della donna, vatti a pescare mia sorella!
Il medico anziano, che conosce molto bene tutta la mia famiglia, specie mio padre, suo paziente da sempre, nel segnarmi le solite gocce per la circolazione, dei blandi sedativi e lo sciroppo per la tosse, mi ricorda che proprio oggi è il compleanno del mio grande vecchio.
Presumo che l’abbia dedotto dalla data di nascita sul tesserino medico. Non posso far altro che ringraziarlo, anche se intimamente senta il rammarico per non aver ricordato una ricorrenza così importante. Ma non finisce qui. Il medico continua a sorprendermi nell’anticiparmi la data di compleanno di mia madre, il 19 marzo prossimo.
Anche questa volta deduco che il medico l’abbia letto dal monitor che tiene, davanti, sulla scrivania. Questi benedetti computer, non posso fare a meno di pensare! Ringrazio di nuovo e in cuor mio provo una grande vergogna. Non so perdonarmi il fatto di aver dimenticato la festa più importante per coloro che mi hanno dato la vita.
Quasi per rimediare, mi affretto verso casa.
Trovo mia sorella intenta a fare pasticci in cucina. La badante straniera a braccia conserte sembra darle ordini. Tutta la casa addobbata di fiori, palloncini appesi dovunque, e la musica stridula dello stereo che si diffonde dappertutto.
I miei vecchi, i miei cari genitori, seduti su due poltrone contrapposte, si guardano in faccia l’uno l’altro, con una espressione assorta, come se non ricordassero più le parole per conversare tra di loro. Certamente la badante li avrà imbottiti di tranquillanti.
Rivolto a mia sorella allora: – Stai preparando per il compleanno di papà? – le domando.
–No! Sto preparando la festa della donna con le mie amiche per stasera! –
-La festa con le amiche, e a papà che ha fatto tanti sacrifici per noi, non hai pensato? Oggi è il suo compleanno Ricordi l’anno scorso come fu contento, quando gli feci quella bella sorpresa con torta, champagne ed anche la batteria. Pianse per la commozione.. Anche mamma ne fu contenta –
La cara mia sorella (si fa per dire) restò per un attimo interdetta , anche se cercasse di apparire come una che si desse da fare.
Io per non intralciarla mi sedetti vicino a papà e mamma, cercando di farli colloquiare
Soprattutto la mamma mi apparve contenta che avessi ricordato il compleanno del marito. All’ora di pranzo, ci sedemmo a tavola, tutti assieme, cercando di non scombinare tutto ciò che serviva per la festa della sera.
Mia sorella, che non avendo avuto il tempo per preparare una torta, come si deve, presentò a tavola soltanto un surrogato, che la badante extracomunitaria, aveva ricavato, farcendo con i suoi misteriosi intingoli, un panettone residuato da Natale. Per quando riguarda le candeline usò quelle che aveva previsto per la cena a lume di candela di stasera. Ne mancava una soltanto per raggiungere gli anni che compiva mio padre.
Ma che vuoi, che quel vecchio si metta a contare le candeline! – mi contestò mia sorella quando glielo feci notare.
Invece il grande vecchio, con insospettata mente lucida, mentre afferrava la bottiglia di “Braghetto” (questa addirittura dell’anno scorso) – Ne manca una – ci tenne a precisare – Grazie comunque per avermi sottratto un anno. Grazie, anche se le candeline siano rosa. – e concluse – Che vuoi che conti il sesso alla mia età.
E cominciando a mugugnare, si rivolse a quella santa donna della moglie: -Stai accorta, mia cara, per il tuo compleanno, il 19 marzo. Stai attenta che non ti propinino azzurre candeline preparate per la festa del papà.
Io sono convinto, gioia mia, che i figli di oggi, correndo dietro sogni inutili, credano di tacitare la loro coscienza, nel momento in cui ci consegnano nelle mani di qualche straniera, in grado soltanto di imbottirci di pillole o accidenti vari, mentre le cose essenziali, quelle che ci arricchirebbero veramente la vita, sono certo che non solo le abbiano dimenticate, ma non le abbiano nemmeno previste. –
– Papa! – mi intromisi io allora, con gli occhi gonfi di lacrime. – non ti preoccupare! Il 19 marzo penserò io ad organizzare la festa di compleanno di mamma e contemporaneamente festeggeremo anche la tua festa, la festa del papà. Vostra figlia, nonché mia sorella in quell’occasione la lasceremo libera per un bel viaggio assieme alla badante nel paese di origine di quest’ultima.
Sulla descrizione dell’evento non avrei nulla da obiettare, salvo l’uso quasi dispreggiativo del termine “vecchio” o “vecchi”.
Mi permetto di ricordare all’autore di tale articolo che, benchè si tratti di descrivere fatti riguardanti i propri familiari, fosse auspicabile utilizzare termini più consoni e meno “rozzi” , soprattutto perchè un giorno non farebbe comodo neppure a lui leggere o addirittura sentirsi chiamare : vecchio.
Signor Paolo mi permetta d’essere in disappunto con lei……l’autore dell’articolo ha una grande sensibilità e le assicuro che conosce bene il rispetto.Fatto personale:io ho 53 anni e mia figlia che ne ha 30 scherzosamente mi chiama vecchio dal giorno in cui ho iniziato ad avere i capelli grigi.Non mi sono mai sentito offeso xchè mi è chiaro che dentro quel suo dire ” vecchio ” c’è tanta ironia ed affetto.La mia non vuole essere una polemica…….ma non mi piacciono certi moralismi a buon mercato.Complimenti al Signor Ambrosino e grazie sempre di condividere i suoi racconti.