“Ho fiducia nei giovani”

Di Annarosaria Meglio – Tratto dal mio libro “Le Prime Grazielle”

E’ un tiepido pomeriggio d’autunno quando mi reco a casa di Margherita Ziglio, affettuosamente chiamata Titta. Nel soggiorno della sua abitazione, dove ci sediamo, sono catturata dalla bellissima finestra -quadro, con una veduta mozzafiato sullo stupendo mare  di  Pioppeto: un azzurro sfumato e dolcissimo che infonde nell’anima un senso di pace e serenità. Il nostro colloquio parte dalla sua  elezione a Graziella nel lontano 1961. Titta, allora, era giovanissima, solo 14 anni. Forse è stata la Graziella più giovane di Procida. “Ho vissuto quel momento come un gioco, un gioco bellissimo, senza minimamente pensare che sarei stata io la ragazza chiamata a rappresentare per quell’ anno la Graziella di Lamartine. Per questo forse non ho mai pensato che la mia vita potesse cambiare dopo quell’elezione…….All’epoca non avevo neanche letto il romanzo di Lamartine. Solo più tardi ebbi modo di leggerlo e ne scoprii tutta la bellezza. UN romanzo dove viene fuori la potenza dell’amore, un amore che oggi non esiste più. C’è purtroppo, una forte diseducazione che porta la ragazza a inseguire cose più banali, come l’elezione a miss o fare la velina. Questo mi dispiace, come pure  mi dispiace sapere che sempre meno le nostre ragazze  amano partecipare alla manifestazione e indossare l’ antico vestito………E’ vero che c’é  penuria di vestiti e quei pochi che ancora si trovano sono usurati, ma oggi, volendo , potremmo rifarli con le stesse stoffe di una volta.  Nel nostro colloquio non manca il  ricordo del marito di Titta, Pasquale Scotto di Carlo, giovane valente scrittore procidano, prematuramente scomparso, il quale, oltre a navigare, ha creato una delle più richieste strutture alberghiere di Procida: “La rosa dei venti”, in un meraviglioso giardino sul mare. Titta e i suoi figli continuano oggi il sogno di Pasquale, gestendo l’attività turistica  e dedicandosi ad essa a tempo pieno. Le chiedo se l’isola continua ad esercitare il suo fascino su quanti la visitano o vi soggiornano per una vacanza. Lei mi  spiega che il fascino di Procida è legato alla capacità dei procidani di saper fare accoglienza agli ospiti.”Se il turista si sente accolto, trova ancora più bello il posto in cui si  trova e vi scopre cose inaspettate”. Parlando poi dei giovani e del futuro di quest’isola, Titta mi comunica la sua speranza: “Ho grande fiducia nei giovani, cosi pieni di talenti, di idee. Peccato che noi adulti non sempre li prendiamo sul serio e qualche volta li deludiamo. Direi a loro  di studiare e dopo andar per un certo periodo ,per vedere come altri si organizzano. Fare esperienza di lavoro anche con sacrificio. Poi tornare qui, dove sono le nostre radici, e mettere in atto quanto di bello e di buono si è appreso, e migliorare cosi l’isola in tutti i suoi aspetti”. Infine sfogliamo insieme un album dove troviamo una piccola foto dell’elezione, con un giovane Guido Cennamo, già Sindaco, e con il famoso Enzo Tortora che le consegna un fascio di fiori. In un’altra foto invece c’è tutto il gruppo delle Grazielle, e tra loro un uomo bruno con baffi. “E’ Mustafa”- dice Titta sorridendo- il giovane nuotatore arabo vincitore quell’anno della gara Napoli-Capri  e premiato dal nostro comune”. Nel salutare Titta ho come l’impressione di averla conosciuta da sempre. E ancora oggi, a distanza di giorni, rimane in me vivo il ricordo di quell’ora piacevole vissuta nella sua casa, un’ora all’insegna della semplicità e dell’accoglienza vera.

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