Procida Quel 9 marzo di 29 anni fa.

Via Libertà la strada che collega il porto di Marina Grande a Piazza della Repubblica fu realizzata nel 1958. Purtroppo in questi 54 anni è stata teatro di ben 5 incidenti mortali e di tantissimi incidenti più o meno gravi. Il primo incidente mortale avvenne il 7 gennaio 1968 quando morì un bambino, Gennaro Parascandola, mentre nel 1974 perì sempre per un incidente stradale, un altro bambino, Paolo Gamba. Vent’anni fa il 14 gennaio 1992 trovò la morte sull’asfalto Michele Costagliola dopo aver perso il controllo della moto nei pressi dell’ ex autoscuola Graziella. Il 15 settembre 1994 il giovane Francesco Ambrosino cadde mortalmente sul selciato nei pressi della ex lavanderia della signora Esposito di Marcantonio.  Ma indelebili sono i ricordi di quel che accadde nei giorni di marzo di quasi 30 anni fa. Il 9 marzo 1983, intorno alle ore 12.30, sempre nella dannata via Libertà, si scontrarono due motocicli e una ragazza di 18 anni  Anna Grazia Esposito rimase gravemente ferita. Fu subito trasportata al Pronto Soccorso ove rilevarono la necessità di ricoverarla di urgenza in terraferma. Le carenze del servizio sanitario isolano in quel frangente esplosero in tutta la loro drammaticità: mancava l’unica ambulanza dell’isola già impegnata per il trasporto a Napoli di un altro infermo. La motovedetta usata per le suddette urgenze era già da tempo in avaria.

Si provò a partire con un aliscafo ma a causa di un cavo nell’elica fu impossibilitato a partire.

Alla fine la giovane ragazza fu imbarcata sul Salvatore Marino in partenza per Pozzuoli, che si recò, invece, all’approdo più vicino di Torregaveta ove purtroppo il tardivo arrivo dell’ambulanza mise fine alla breve esistenza della giovane procidana.

La assurda tragedia spinse oltre tremila procidani, il dieci marzo 1983,  a bloccare il traghetto Cuma vietandogli  la partenza e bloccando il transito a qualsiasi natante. Venne formata una assemblea popolare denominata Comitato  Agitazione Permanente che presidiava giorno e notte la banchina.

In tutti questi anni non sono stati pochi gli incidenti gravissimi non mortali che si sono succeduti, come quello che avvenne nel marzo 1979 tra una Fiat 127 e una autobotte;  nel maggio 1989 un giovane fu violentemente travolto da una auto mentre conversava con amici; nel maggio 1994 un giovane alla guida della moto impattò violentemente contro il muro nei pressi del tratto finale che sbocca in via Roma; nella notte del 18 dicembre 2010 nei pressi del locale Number Two ci fu un violento impatto frontale  tra due auto.

Nonostante tutto via Libertà continua ad essere considerata come un autodromo, una strada ove parcheggiare impunemente ovunque e a tutte le ore,  tanto nessun vedrà o multerà nessuno,  una strada ove i pedoni sono costretti quotidianamente a passeggiare sulla carreggiata e non sui marciapiedi a causa di auto sempre più numerose ed invasive. (via procidamia.it)

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