Procida: Commenti al vangelo di domenica 1 maggio 2011

L “E, mentre c’è il bisogno da parte della gente di qualcosa da vedere per credere, Gesù propone il contrario: “Credi e diventerai tu un segno che gli altri possono vedere”. A Maggi

Un abbraccio e buona settimana!
Lina

Trentacinquesimo appuntamento, con la rubrica dedicata ai commenti al vangelo. Eccovi il commento al vangelo di Gv  20-19:31, di questa II domenica di Pasqua1 maggio 2011, attraverso il video di p. Alberto Maggi con relativa  trascrizione da scaricare e una riflessione di V. Mencucci. [youtube uwQRr51ub3s]

II DOMENICA DI PASQUA  – 1 maggio 2011

OTTO GIORNI DOPO VENNE GESU’

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM

Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù  disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Toccare, vedere…

-1 maggio 2011-II Domenica di Pasqua

Per comprendere il brano del Vangelo che la liturgia ci presenta in questa domenica bisogna cominciare dall’ultima frase che Gesù rivolge a Tommaso: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno». Giovanni scrive il Vangelo alla fine del I secolo e si rivolge alla seconda generazione dei cristiani della sua comunità, ma coglie un problema che rimarrà costante per tutte le generazioni future: la certezza dell’incontro con Cristo, punto di partenza e fondamento della vita di fede. Costruisce il racconto della vicenda di Tommaso partendo dal dubbio che angoscia i credenti della sua comunità, con loro percorre un cammino di riflessione e suggerisce la conclusione nell’atto di fede. Tommaso aveva detto: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Gesù accetta la sfida e lo invita a toccare. Sarebbe ingenuo pensare che la pura costatazione empirica possa fondare la fede. Tommaso vive un profondo travaglio interiore, nonostante le delusione della croce e la fuga, non riesce a cancellare dal suo cuore il fascino della persona di Gesù: fallimento, colpevolezza, rimpianto, non sa come uscirne. L’incontro con Gesù scioglie il nodo gordiano e si sente libero di gridare: «Mio Signore e mio Dio!».
Tommaso ribadisce l’importanza del vedere e del toccare come è tipico della natura umana. Oggi però il richiamo alla sperimentazione imita lo stile della scienza e diventa strumento critico, una specie di rasoio che rade al suolo ogni tentativo di trascendere la realtà del mondo. Nietzsche ci ammonisce: siate fedeli alla terra e non ascoltate coloro che vi parlano di speranze ultraterrene. Voleva essere un grido di liberazione dal dio del non plus ultra, dal dio dei sacrifici espiatori, dal dio delle crociate e dei roghi, ma ora che abbiamo spezzato le catene che legavano la terra al suo sole non c’è più né giorno, né notte,né sotto, né sopra, ma un continuo farsi più buio, un continuo precipitare verso il nulla, ospite inquietante (Umberto Galimberti) della nostra generazione.
Si appartiene a una religione in base alla propria storia o per legame affettivo con delle persone, solo in un secondo momento subentra la riflessione critica. La validità della fede per noi si commisura dalla sua capacità di sopportare un ripensamento critico in modo da poter dire una parola significativa di fronte ai sempre nuovi problemi che la storia ci propone. Se si fissa nella ripetizione di formule, eternamente valida, ignara dei nostri travagli e dei nostri problemi, diventa un fossile da esporre al museo. La fede non l’afferri, non la chiudi in cassaforte, non l’hai garantita una volta per sempre, è come la vita, se non la rinnovi ogni giorno, ti ritrovi cadavere. Puoi rimanere fedele all’appartenenza di gruppo, ma con il vuoto interiore. Al posto dell’incontro con Cristo e del senso della vita ti ritrovi il cocciuto attaccamento identitario, solo per non sentirti sconfitto. Questo insonne e appassionante lavoro di ripensamento parte dalla consapevolezza della situazione storica in cui stiamo vivendo. Presumere di non averne bisogno significa coprire la propria ignoranza, la pigrizia e persino la mala fede. Questo ripensamento ha una dimensione comunitaria perché procede con lo stile di un dialogo di cammino collettivo in cui il pensiero si intreccia con le situazioni emotive ed esprime tutta la ricchezza della vita umana, tanto da diventare assunzione di responsabilità per il bene comune. La nostra esperienza non è più quella di Tommaso nella fissità dell’oggetto da toccare, ma nel cammino di ricerca che riesce a dar senso alla vita.

*prete della diocesi di Senigallia (An), ha insegnato storia e filosofia nei licei statali. Ha fondato e diretto il gruppo “Amici della Filosofia”, è stato presidente della Scuola di Pace “V. Buccelletti” del Comune di Senigallia, è membro dall’Accademia Marchigiana delle Scienze, Lettere e Arti. vittoriomencucci@teletu.it
Se vuoi rileggere le riflessioni delle precedenti settimane clicca sui link sotto:

-24 aprile 2011

– 17 aprile 2011

– 10 aprile 2011

– 03 aprile 2011

– 27 marzo 2011

– 20 marzo 2011

– 13 marzo 2011

– 6 marzo 2011

– 27 febbraio 2011

– 20 febbraio 2011

– 13 febbraio 2011

– 6 febbraio 2011

– 30 gennaio 2011

– 23 gennaio 2011

– 16 gennaio 2011

– 09 gennaio 2011

– 06 gennaio 2011

– 2 gennaio 2011

25 dicembre

– 19 dicembre

– 12 dicembre

-5 dicembre

– 28 novembre

– 21 novembre

– 14 novemre

– 7 novembre

– 31 ottobre

– 24 ottobre

– 17 ottobre

– 10 ottobre

– 3 ottobre

– 26 settembre

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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