Procida. Il prezzo della Libertà

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Pubblichiamo un interessante articolo di Salvatore Iovine da ProcidaMia.it sulla vicenda dei nostri marittimi sequestrati e che condividiamo pienamente, come anche la necessita’ di rompere la cappa di silenzio mediatica e governativa e far sentire forte la voce dell’indignazione del popolo procidano di fronte a questa immane tragedia che vede da 55 giorni subire la prigionia: Vincenzo Ambrosino e Gennaro Odoaldo e da 127 giorni Guardascione e Giuseppe Lubrano Lavadera

Dopo gli allarmanti appelli degli ultimi giorni è diventato sempre più faticoso restarsene alla finestra confidando esclusivamente nelle abilità diplomatiche delle istituzioni italiane, la cui onorabilità è da tempo sotto i minimi sindacali, aspettando confortanti novità che tardano ad arrivare, di sfortunati lavoratori del mare, colpevoli soltanto di essersi allontanati dalle proprie case e dalle proprie famiglie per un salario da sudare su arroventate lamiere galleggianti in acque equatoriali.

Ancora una volta si sperimenta sulla nostra pelle di comuni mortali, quanto sia diversa la voglia di pagare il prezzo della libertà della carne umana a seconda del sesso, dell’impiego e della fama.

Nel settembre 2004 assistemmo allo stordimento mediatico per la lotta di liberazione delle famose DUE SIMONE (Simona Pari e Simona Torretta), accolte con tutti gli onori all’aeroporto dal sorridente Mago Silvan; nel marzo 2005 ci furono milioni di persone in piazza per chiedere la liberazione della Giuliana Sgrena, inviata de Il Manifesto, in concomitanza della quale ci rimise la vita Nicola Calipari. Nel maggio 2005 toccò a Clementina Cantoni. Nel marzo 2007 si chiese e ottenne la liberazione del giornalista di La Repubblica Daniele Mastrogiacomo. In occasioni di tutti questi rapimenti fummo assuefatti da titoli a dieci colonne, interminabili telegiornali, speciali di Matrix, Porta a Porta, Otto e mezzo, etc. Si trattava di singoli rapimenti, in relazione ai quali era più che doveroso fare di tutto per salvare un nostro connazionale per le cui liberazioni furono in ogni caso sborsati non pochi milioni di euro.

Come procidani ci troviamo a vivere in diretta mondiale la privazione di libertà e dignità di interi equipaggi in merito ai quali è calato un assordante silenzio, nonostante trattasi di navi ed equipaggi del Belpaese.

Per il riscatto si parla di decine di milioni di euro ossia solo qualche punto percentuale rispetto al colossale ed inutile spreco di denaro sostenuto dai contribuenti italiani a causa di sciagurati onorevoli che non hanno votato l’accorpamento dei referendum, briciole confrontate rispetto allo scandaloso mercato del cibo animale, delle cifre iperboliche che si spendono per i palati raffinati di cani, gatti e canarini, bruscolini rispetto alla valanga di privilegi ed emolumenti che beneficiano migliaia di statisti come Scilipoti e Cosentino.

Certo è che le navi, sin da ora, devono organizzarsi nel dotarsi di ottimi sistemi difensivi se non vogliono correre i rischi di sventure simili, anche perché le casse dello stato sono in bianco che più bianco non si può.

Inizia ad essere davvero insostenibile il continuo invito al silenzio che in ogni caso non si verificò mai in occasione dei precedenti rapimenti.

Invece di sorbirci il miliardesimo speciale sull’ennesima versione dell’allucinante e mitomane Zio Michele, l’ennesima inquadratura del favoloso lato B di Pippa Middletown (cognata di Harry Windsor), le bizzarre esibizioni di Lady Gaga e il morboso interesse per il numero di paia di scarpe della Regina Elisabetta, il caso Battisti, perché non vengono assediate ed intasate di fax, mail, telefonate, sms, cortei di protesta, la RAI (ridotta ad una squallida cricca di leccapiedi ed incapaci), le reti Mediaset, La 7, Sky, Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, i Ministeri, il Vaticano, il Parlamento Europeo, Regione, Provincia, Prefettura, ? Per fortuna che è calato l’interesse per certi appartamenti monegaschi e certe storie a luci rosse di perversi nonnetti politici.

Se le comunità coinvolte, Procida, Sorrento, Torre del Greco, non scateneranno un uragano mediatico stile Castellammare-Fincantieri, discarica-Terzigno, una tempesta di proteste a 360°, se non faranno sentire la rabbia e l’esasperazione sul collo degli organi di disinformazione che stanno anestetizzando le coscienze e le menti di un intero Paese, le istituzioni si sentiranno sempre meno motivate ed incoraggiate a darsi da fare. Sembra davvero un impari trattamento umanitario, dal punto di vista mediatico, tra i suddetti giornalisti messi sotto la luce dei riflettori dai propri colleghi della carta stampata e la strafottenza che hanno riservato agli sfortunati marinai.

Qualche tempo fa a Napoli sui balconi di Piazza Municipio, ma anche del Campidoglio e di Palazzo Marino (municipio Milano) vennero esposte periodicamente le foto di sequestrati e di condannati a morte al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e i rapitori: Sgrena, Mastrogiacomo, Sakineh, etc.

A quanto pare i marinai della provincia di Napoli non meritano simili privilegi.

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