Era davvero difficile per i cittadini stare dietro ai continui cambiamenti che quasi settimanalmente (tra targhe alterne, orari di divieti, strisce blu, aumento grattini, ecc..) venivano imposti. Il tutto senza alcuna condivisione con la cittadinanza, nemmeno con le categorie imprenditoriali di Procida, commercianti in primis, ai quali in campagna elettorale pure era stato fatto credere che la “partecipazione” e la ” condivisione” sarebbero stati i pilastri portanti della “nuova” amministrazione. Un solo incontro a giugno con i commercianti, concesso dopo che questi avevano manifestato forti perplessità sulla prima ordinanza di divieto totale, ma utile solo a comunicare le scelte già prese dal Sindaco, senza alcun contraddittorio e senza alcuna apertura alle proposte anche valide emerse in quella sede. L’incontro si chiuse con la promessa solenne di riconvocarli dopo circa 1 mese (quindi a luglio), per apportate le eventuali modifiche necessarie, da decidere (questa volta) insieme. Ma questa promessa, purtroppo, non è mai stata mantenuta dal Sindaco, che ha continuato ad intervenire in maniera solitaria senza alcun confronto con la cittadinanza.
Quest’anno è andata così, speriamo nel prossimo.
Ma, ad estate finita, con l’apertura delle scuole e delle attività pomeridiane per i bambini, ed il ritorno alla routine per centinaia di lavoratori, specie pendolari, il sindaco ha emanato una nuova ordinanza che mantiene le targhe alterne tutti i giorni e istituisce il divieto domenicale dalle 10 alle 13, fino a nuove disposizioni. Inutile dire che anche stavolta della “partecipazione” e della “condivisione”, promesse e propagandate, nemmeno l’ombra.
Ciò che mi ha più colpito, a parte questo singolare modo di procedere a tentativi confusi in una materia così delicata e complessa, è stata la motivazione che il Sindaco ha dato a questa nuova ordinanza.
Infatti, queste nuove limitazioni sono state imposte per consentire alle famiglie che escono con le carrozzine la domenica mattina di poter fare una piacevole passeggiata senza traffico e senza smog. Intento nobilissimo, sia chiaro, anche io appartengo alla categoria dei genitori con figli piccoli, e pertanto non mi può fare che piacere passeggiare con le mie figlie in sicurezza. Anche se poi tra autobus che sparano fumo nero ad altezza bimbi, taxisti con il piede pesante, bici fuori norma e decine e decine di permessi vari e deroghe, non so fino a che punto la mia attenzione nel portare il carrozzino sarebbe stata inferiore rispetto al solito!
Ciò detto, ho sempre creduto che l’obiettivo cui deve sempre tendere chi amministra è quello di cercare di adottare scelte che accontentino il più possibile le aspettative di tutti i cittadini, senza mai parteggiare solo per una categoria a scapito delle altre. Questo significa essere il “sindaco di tutti”, frase spesso detta ma non praticata.
Allora mi sono chiesto: ma per raggiungere il nobile fine di regalare uno spazio sicuro alle famiglie (quindi anche alla mia), non bastava creare la domenica due isole pedonali alla Marina Grande e a Marina Chiaiolella, che in aggiunta alla Corricella (isola pedonale naturale) fanno ben tre luoghi dove passeggiare in tutta sicurezza e libertà?
Da qui nasce la mia proposta delle isole pedonali domenicali a Procida.
Anzitutto è opportuno osservare che nelle vicinanze delle isole pedonali sopra dette vi è la possibilità di parcheggiare molti veicoli da parte delle famiglie che le vogliono raggiungere con i propri mezzi privati. Infatti alla Chiaiolella vi è il parcheggio sotto il campo sportivo e l’area di parcheggio ad esso limitrofa, dove ci vanno almeno 40 auto. Alla Marina Grande, si dovrebbe transennare solo la zona destra creando la zona pedonale dal bar Capriccio fino al Procida Hall. Chi scende con mezzi privati può andare a sinistra (zona porto commerciale), dove il transito resta libero, e parcheggiare i propri mezzi privati nei circa 50 posti disponibili, tra auto e moto. Alla Corricella i parcheggi a Callia e via M. Scotti (sia su strada che quelli autorizzati) si sprecano.
Certo, questi parcheggi limitrofi alle isole pedonali che propongo non sono sufficienti per accontentare tutti coloro che vorrebbero arrivarci con il proprio mezzo privato, ovviamente. Ma l’incapienza delle aree di sosta non è un limite della mia proposta, ma anzi il suo vero valore aggiunto. Seguitemi un attimo nel ragionamento. Chi non trova posto nei parcheggi adiacenti alle isole pedonali, la domenica successiva cosa farà: forse si anticiperà uscendo prima di casa per trovare posto, o forse uscirà a piedi, e quindi non userà l’auto. Ma stavolta senza che nessuno glielo imponga, bensì come sua libera e democratica scelta dettata dal rischio di non trovare posto. Una scelta quindi non imposta da nessuna ordinanza, ma autodeterminata dai cittadini in maniera naturale, che crea una sana consapevolezza a privarsi volontariamente del proprio mezzo privato, con un risultato senza dubbio più duraturo in termini di metabolizzazione psicologica al non usare i mezzi privati senza che questa privazione venga interpretata come una imposizione, che crea effetti collaterali opposti al risultato auspicato.
Solo così si può avviare un percorso di “cambio di mentalità” collettivo, accompagnando (e non imponendo) la gente a camminare a piedi in maniera autonoma, senza antipatiche imposizioni. Così il risultato “culturale” sarà duraturo e non sopportato come una limitazione imposta “con la forza”. E’ un sottile gioco psicologico, che va avviato e sperimentato, e sono certo diventerà virtuoso da solo. Il proibizionismo, insegna la storia, da vita solo ad effetti collaterali e di rigetto da parte di chi lo subisce, in ogni settore. D’altronde il divieto totale a Procida non è una cosa nuova o inventata da questa amministrazione, esiste da oltre 20 anni. E pertanto è una scelta in perfetta continuità con il passato. E non mi pare che abbia influito sulla mentalità delle persone e privarsi dell’auto né tantomeno ha prodotto il tanto auspicato cambio culturale che si voleva. Il traffico non è migliorato, anzi peggiorato durante l’era del divieto. E’ pertanto una scelta fallimentare, che va superata. Bisogna sperimentare stare nuove. La mia proposta forse non sarà quella definitiva, ma almeno è un tentativo per vedere se davvero si può innescare questa “auto limitazione” dei mezzi privati. Credo che i procidani siano oramai pronti per essere messi alla prova, dando fiducia al loro senso civico, smettendola una buona volta di trattare i cittadini come dei figlioli impertinenti e discoli ai quali togliere il “giocattolo” con la forza perché sono “cattivi” ed incapaci ad usarlo nel modo corretto. Date fiducia ai procidani, i quali vi dimostreranno che sono più maturi di quello che pensate.
Perché non provare questa proposta, invece di fare scelte vecchie di 20 anni che non hanno prodotto risultati? Non siete stati eletti per cambiare le cose e tentare innovazioni? O siete la continuità del passato? Dalle vostre scelte dipenderà il giudizio del popolo. Io come sempre, al di la del colore politico, sono disponibile a collaborare con tutti e pertanto vi consegno questa umile proposta che non vuole avere la presunzione di essere quella definitiva e giusta in una materia così complessa, ma solo un ragionato tentativo che ritengo oggettivamente valido affinché nessuno da ora in avanti si senta trattato come cittadino di serie B e nessun commerciante possa subire dei danni da scelte che vengono prese senza confronto con chi sta in mezzo alla strada ed investe i propri soldi. E soprattutto cercate di condividerle le scelte su questa materia, perché qualcuno potrebbe pensare che in campagna elettorale, quando parlavate di partecipazione e condivisione, si è trattato solo delle solite promesse poi dimenticate una volta seduti sulla poltrona. Ci vuole solo un pò di coraggio. Spero dimostrerete con i fatti di averlo, altrimenti saranno altri 5 anni persi per Procida e per i procidani, ma soprattutto per i nostri figli.