Dopo anni si sostanziale abbandono il monastero di Santa Margherita nuova è interessato da opere di manutenzione e recupero che si sostanziano nel rifacimento dell’intonaco interno ed esterno dell’immobile, nella pavimentazione dell’ampio spazio antistante (circa 700 mq), recinzione delle aree limitrofe e messa in sicurezza dei muretti di affaccio, sistemazione aiuole a verde con colture tipiche del posto.I lavori, che fanno parte di un primo lotto di un progetto d’intervento più ampio, sono finanziati con fondi ministeriali (F.E.C.) destinati alle attività di culto per un importo di circa 170mila euro e sono eseguiti dall’impresa “Restauro srl costruzioni” di Napoli, sotto il controllo della Sovrintendenza ai beni culturali di Napoli, e dovrebbero essere ultimati entro la primavera del 2011.
Il complesso sorge in posizione panoramica e si affaccia sulla baia della “Chiaia” e sul sottostante porticciolo dei pescatori di Marina Corricella mentre, sul lato legato al promontorio della Terra, c’è ancora oggi la “taglia”, cioè l’antica cava di tufo medioevale da cui si prelevò il materiale per costruire il nucleo della Terra Murata.
L’epoca della sua costruzione risale intorno al XVI secolo, periodo in cui il convento di Santa Margherita Vecchia, ubicato a Marina Chiaiolella, era passato dai benedettini all’ordine domenicano, che riesce ad ottenere nel 1585 dal cardinale Innico D’ Avalos i terreni necessari per una chiesa più vicina a Terra casata, intitolata Santa Margherita Nuova. Sotto l’ingresso attuale di Terra Murata, a Punta dei Monaci, venne costruito, quindi, il nuovo complesso religioso, che cominciò a subire dissesti statici già all’epoca della sua realizzazione. Infatti, sembra per la scarsa resistenza del tufo che costituisce il promontorio della Terra, si ebbero problemi relativi alla tenuta delle fondazioni che richiesero ripetuti e costanti interventi nel corso del tempo, gli ultimi risalgono agli anni ’80. Proprio a seguito di quest’ultimi, i locali di Santa Margherita nuova vennero riaperti al pubblico ospitando eventi di carattere culturale promossi dal Comune di Procida quali mostre, convegni ed esibizioni musicali, per poi essere nuovamente chiusi.
L’auspicio formulato da molti è che, dalla prossima estate, al di là delle competenze e degli aspetti burocratici di cui la vicenda non sembra essere troppo immune, proprio per la particolarità naturalistica e paesaggistica del contesto in cui si inserisce, che ne fanno uno dei luoghi più visitati dell’intera isola, il monastero di Santa Margherita nuova possa ritornare ad essere fruibile per i cittadini procidani e per i turisti giacché questo rappresenta l’unico modo noto per sottrarre al degrado tutte le aree e le strutture abbandonate a loro stesse (provare per credere l’ex struttura carceraria adiacente).
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