Procida: “Siamo un Paese azzerato”

Michele Romano 1

 

Nel momento in cui il tempo, in modo inesorabile, ci sta conducendo al crepuscolo dell’anno solare 2012, l’atmosfera che si respira nell’ambito della comunità procidana non è delle più vibranti anzi è acutamente impregnata di opacità, di banalità e tanta tristezza dovuta anche alle immani tragedie che nell’ultimo periodo hanno colpito cari figli della collettività quali Gennaro Schiraldi e Franco Visaggio.

Infatti, eccetto i sussulti che provengono da questi dolorosi eventi la vita politica sociale, culturale ed economica è completamente azzerata, svuotata di qualsiasi atto sostanziale e significativo, totale carenza di idee e di valori. In tal senso è emblematica la situazione politica amministrativa dove pervade uno schizofrenico nullismo espresso, in primo luogo, dalle figure apicali per estendersi a tutte le altre. Così languiscono, anzi si deteriorano sempre di più, gli elementi essenziali su cui verte la quotidianità e il futuro (trasporti, sanità, scuola, ambiente, relazioni sociali, attività produttive) tanto che gli stati del disagio e della marginalità, da sommersi stanno emergendo sempre più alla luce del sole. Inoltre, questi aspetti di deterioramento si percepiscono anche nella diffusione di “concetti anonimi” tesi solo a dileggiare, insultare, chiusi nella miserabilità di lettere che risultano l’espressione del degrado morale e vile cui sono giunti tanti sepolcri imbiancati di questo paese che continuano ad arrecare danni irreparabili al tentativo di chi vuole, viceversa, impegnarsi per fondare un vivere bene.

Pertanto, poiché siamo pervasi dal vitale sentimento della speranza e ci fa camminare nei prati verdi dell’Utopia, vogliamo credere intensamente in un rituale auspicio di fine anno e cioè che il 2013 apri l’inizio di un cambiamento radicale sia nelle coscienze che nei comportamenti in modo tale da ripristinare, in un senso ancora più nobile del passato, il concetto di comunità e, di conseguenza, sviluppare un salto di qualità nell’organizzazione politica del territorio tanto da non lasciare macerie alle presenti e future generazioni.

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2 commenti

  1. ASSANTE SALVATORE

    Purtroppo le macerie sono più che evidenti, occorre riordinarle quanto prima. Condivido senza il minimo dubbio. Saluti

  2. Belle parole

    ma nulla di più…

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