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Scuola: verso lo sciopero generale 10 dicembre

PROCIDA – Siamo certi che la scuola rappresenti un asset importante per la nostra Nazione? Sei mesi esatti, sei mesi senza risposte. Tanto è trascorso dalla firma il 20 maggio scorso del Patto sulla scuola tra Governo e sindacati. Un accordo in 21 punti nei quali la scuola veniva definita «risorsa fondamentale per il rilancio del Paese».

Obiettivo dichiarato: garantire stabilità alla scuola partendo dalla stabilità del personale.

Banco di prova di queste misure strategiche, la Legge di Bilancio. In una manovra da 33 miliardi, si è deciso di destinarne agli insegnanti italiani lo 0,62% e nemmeno per tutti.

Sono i 210 milioni di euro previsti nella Legge di Bilancio destinato al fondo di valorizzazione docente, per “premiare la dedizione”. Per gli ATA? Non si capisce

«I fondi del PNRR – dice Pino Turi, Segretario generale UIL Scuola – rischiano di andare a costruire cattedrali nel deserto se non ci saranno persone a dare qualità al lavoro che si fa a scuola.

Tutti i giorni il Presidente del Consiglio afferma che occorre investire sulla scuola. Per noi questo significa guardare in primo luogo al personale che ci lavora. Se si pensa di governare la scuola attraverso il modello del mercato siamo lontano anni luce dal modello di scuola che abbiamo in mente. A conti fatti, ci sono 87 euro per l’aumento contrattuale, più i 12 euro (non per tutti) legati alla dedizione. Il calcolo a tre cifre è presto fatto. Ma non è neanche lontanamente quello che ci si attende. Il peggio di questa vicenda- continua Turi – è che tutti ci danno ragione, ma nessuno fa niente per modificare questa impostazione. Lo dice anche il ministro dell’Istruzione, lo riaffermano le forze politiche, ma poi ognuno si stringe nelle spalle. E nella Finanziaria si decide il contratto.

C’è un problema di democrazia e il sindacato unito oggi vuole protestare e reagire. La scuola si ribella. Perché la scuola non è di questo o quel Governo. La scuola è dei cittadini della Repubblica non deve essere terreno di scontro politico.

Con questo sciopero – conclude il segretario generale UIL Scuola – vogliamo mettere in evidenza quello che è il fiore all’occhiello di questo paese. Abbiamo dato prova di essere persone molto pragmatiche. Il personale della scuola non va a bruciare i cassonetti ma ora basta; la politica deve dare risposte concrete. Dopo mesi che abbiamo avuto riunioni su riunioni, i cosiddetti ‘tavoli aperti’ abbiamo capito che questo è un sistema che non può risolvere i problemi. È un problema politico, siamo in emergenza ‘zona rossa’ e non c’è più possibilità di risolvere i problemi, con i rituali. Bisogna decidere. Noi ci ribelliamo perché rifiutiamo queste politiche neoliberiste di esclusione che sono peraltro lontane dalla Costituzione su cui ogni componente del Governo ha posto giuramento».

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Un commento

  1. Sulla scuola e su come è amministrata ci sarebbe da argomentare a lungo … detto da una ex docente dell’obbligo poi … da come ho osservato durante la mia carriera durata ben 35 anni la scuola o meglio l’istruzione, resta il fanalino di coda di una comunità dedita al commercio e, come tale disimpegnata nei confronti dei frequentanti allievi e di noi docenti . Da parcheggio rimane per tutti essenziale, lo si constata specialmente in tempi di didattica distanziata e per ciò scomoda per famiglie ” impegnate e indisponibili ” che, vorrebbero botte piena e moglie ubriaca in modo totale e gratuito ! Per essere però apporto di saperi e doveri si dovrebbe provvedere con sovvenzioni consistenti, per foraggiare gli educatori e le relative strutture, ove siamo costretti ad operare in condizioni di spazio e comodità relative o inesistenti . Gli orari e le attrezzature inadeguate sono da terzo mondo e rivelano scarsa capacità di rinnovamento per ogni singolo laboratorio . Per non dilungarmi troppo vorrei poter dettagliare in un articolo adeguato ogni relativa manchevolezza umana o strutturale ma, occorre essere sintetica per che lo spazio disponibile è breve .

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