Una Perla sul Mare di Carmela Cibelli

di Giacomo Retaggio

Un paio di giorni fa qualcuno bussa la porta di casa mia, vado ad aprire e mi trovo davanti, sotto una pioggerellina fastidiosa, con l’ombrello aperto, Carmela Cibelli, la sacrista della Chiesa della Pietà, giù a Sènt’Cò. La E’ una visita per me piuttosto insolita. La faccio accomodare e lei trae da una busta un libro ed è venuta per regalarmelo. Un po’ sconcertato leggo il titolo: “Una perla sul mare”, sottotitolo: “Chiesa di Maria S.S della Pietà e San Giovanni Battista e la sua grancia”. Carmela è seduta davanti a me; piuttosto piccola, magra, parla a vice bassa, ma decisa. Mi racconta che la stesura di questo libro fa parte della sua vita. Sfoglio il volume: è bello, ottima carta, ricco di fotografie, nell’ultima pagina di copertina c’è un CD con incisa la preghiera del pescatore, voce di Carmela Cibelli, chitarra di Arco De Candia.  In due giorni ho letto il libro. E’ splendido! Oserei dire che nel suo genere è un capolavoro. E’ una sintesi di poesia e ricerca messa insieme da una persona, Carmela, che è legatissima a questa chiesa ed alla sua grancia. Leggendo il libro ti addentri veramente nello spirito della gente di Sènt’Cò. E ti sembra di entrare nel loro mondo. Un mondo fatto di pescatori di altri tempi, con le loro miserie e le loro sofferenze. E Carmela, con una prosa scorrevole e senza pretese, ti fa rivivere questo contesto sociale andando indietro nel tempo e nei secoli passati. E’ una storia ricchissima, fatta di pesca senza risultato, di naufragi, di nebbie sul mare che richiedevano il suono delle campane della Pietà. E il suo racconto procede sgranandosi come in un film lungo gli anni fino ai giorni nostri. Questo libro è il risultato di una intensa ricerca presso l’archivio della parrocchia e della Curia di Napoli. Tutto è documentato specie dai risultati delle Sante Visite a Procida dei Cardinali di Napoli. Un lavoro certosino. Mentre era davanti a me, a casa mia, le chiesi come avesse fatto trovare tutte queste notizie. Risposta: ” Nelle giornate invernali o in quelle estive, mi mettevo a spulciare, nel fresco della sagrestia, tutto l’archivio della chiesa. C’era una passione ed una sensibilità nel suo parlare che ti facevano capire come questa piccola donna sia veramente l’anima di questa chiesa. E per essa è disposta a tutto. Guai a chi le tocca la chiesa della Pietà! Nello stesso tempo è anche, e soprattutto, una donna di Procida. Una donna di Sènt’Cò con tutti pregi e le contraddizioni di chi vive una vita difficile. Nel libro si parla del palazzo merlato, del Cristo sulla banchina, della primitiva chiesa, l’attuale sagrestia, e della successiva eretta con il contributo dei marinai e degli armatori dei secoli scorsi, del Pio Monte dei marinai. Carmela mi riferisce di essere laureata in scienze religiose e che ha insegnato solo per un anno. Poi ha capito che il suo destino era nella chiesa della Pietà. E non si è sbagliata perché questo libro è una “summa” di storia, di fede, di folclore procidano. Ma soprattutto è scritto con l’anima!

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