Procida. Commenti al vangelo di domenica 30 gennaio 2011. Beati coloro che stanno sotto

Ventitresimo appuntamento, con la rubrica dedicata ai commenti al vangelo. Eccovi  il commento al vangelo di Mt 5,1-12a , di questa domenica 30 gennaio 2011,  attraverso il video di  p. Alberto Maggi e la trascrizione da scaricare, e una riflessione di di Silvano Nicoletto
[youtube rKIGC4TT99k]

V TEMPO ORDINARIO – 30 gennaio 2011

BEATI I POVERI IN SPIRITO – Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM

Mt 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i

suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché  avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché  saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male

contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché  grande è la vostra ricompensa nei cieli».

BEATI COLORO CHE STANNO SOTTO

di Silvano Nicoletto

ANNO A-30 gennaio 2011-IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Sof 2,3;3,12-13 Sal 145 1Cor 1,26-31 Mt 5,1-12a

Questa pur bellissima pagina del Vangelo di Matteo, se non collocata nel suo contesto, rischia di essere fraintesa come un concentrato di esortazioni di deriva spiritualista. Matteo scrive per comunità di cristiani di provenienza giudaica, esperti frequentatori della Torah.
Il carattere ecclesiale è evidente soprattutto nei primi versetti. Gesù seduto in mezzo ai suoi mentre s’avvicinano a lui per essere ammaestrati, è un’espressione plastica che manifesta il rapporto del Signore Gesù con i cristiani di tutti i tempi: egli è colui che dona ai suoi la parola di salvezza definitiva ed autorevole.
L’altro riferimento comunitario-ecclesiale è il richiamo circa la presenza delle folle. Ci sono i discepoli che s’avvicinano e ci sono le folle un po’ più distanti, presenti sullo sfondo. Il linguaggio scenico dà rilievo alla dimensione missionaria della Chiesa delle origini: la comunità dei discepoli è chiamata ad ascoltare la parola di Gesù non solo per sé ma anche per le folle. La Chiesa antica non ha mai dimenticato che il Vangelo è per tutti. Del resto, immediatamente dopo queste dichiarazioni “solenni” di Gesù, al v. 13, dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa si dovrà dare sapore ai cibi? … Voi siete luce del mondo…”.
Matteo costruisce il suo racconto secondo uno schema particolare: i Vangeli dell’infanzia ripercorrono, in una breve sintesi, le tappe fondamentali del cammino del popolo dall’Egitto verso terra della promessa. È questo anche il senso dell’andata in Egitto della S. Famiglia e del suo ritorno (compresa la cosiddetta strage degli innocenti) .
Il nostro brano, appartenente al cosiddetto “discorso del monte”, presenta Gesù come un nuovo Mosè: come il primo, dal monte Sinai promulga la Torah, luce e guida del popolo verso terra della promessa, così, Gesù Cristo, dal monte proclama le Beatitudini, magna charta, luce e guida verso la promessa: il Regno di Dio (dei cieli, secondo Matteo).
Cosa accade nella vita dell’umanità quando Dio è presente con la sua azione liberante? Accade la felicità, la beatitudine. Ecco le Beatitudini.
La proclamazione esordisce con: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” e si chiude con “beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli”. I poveri in spirito sono i perseguitati per causa della giustizia. Cosa si deve quindi intendere per poveri in spirito e per giustizia? La giustizia non è quella retributiva, ma l’azione liberante di Dio a favore dell’umanità. Quando Dio giudica, Dio libera.
Ora, il Regno dei Cieli che viene proclamato annuncia proprio questa azione di salvezza: è il nuovo ordine di cose. Chi si sottomette, in realtà non entra in una sottomissione ma in una promozione.
È importante questo concetto perché ad esso è legato il termine “poveri”, gli “anw’im” sono coloro che stanno sotto. Il contesto intende indicare innanzitutto coloro che dal sottostare ad un certo regime passano a quello del Vangelo. In pratica, è come se Gesù affermasse: “Felici, quelli che decidono di obbedire alla novità del Regno, felicità per quelli che impostano la vita a partire da ciò che il Vangelo suscita in loro”.
Le altre beatitudini non sono che ulteriori specificazioni.
Quelli che piangono non sono i melanconici ma coloro che sono messi alla prova duramente per essere fedeli alle esigenze di Dio.
Ci sono afflitti perché esistono delle forze che ostacolano l’attuarsi del programma di Gesù.
I miti non si arrendono di fronte alle difficoltà, ma resistono.
La fame e la sete della giustizia è il desiderio intenso che si realizzi quanto il Vangelo annuncia.
I misericordiosi sono coloro che adottano la strategia dell’amore per risolvere i conflitti.
I puri sono i retti che lasciano trasparire all’esterno ciò che hanno nel cuore.
I facitori di pace mettono le loro energie per collaborare al disegno di Dio: lo shalom.
Infine ci sono i perseguitati come categoria ultima che chiude l’inclusione. Per due volte nella conclusione si fa riferimento alla persecuzione. Le beatitudini, rappresentano un concentrato di tensioni, tensioni tra il presente e la realtà del Regno che ancora non ha raggiunto la pienezza. L’annuncio è una consolazione per chi, alzatosi, s’è messo in marcia verso il compimento della giustizia.

* Religioso stimmatino, responsabile della Comunità Stimmatina di Sezano (Vr), luogo di spiritualità, di accoglienza e di ricerca, don Silvano, in quella stessa cittadina  anima anche l’”Associazione Monastero del Bene Comune”, che promuovere la formazione alle responsabilità ecclesiali e sociali.

Se vuoi rileggere le riflessioni delle precedenti settimane clicca sui link sotto:

– 23 gennaio 2011

– 16 gennaio 2011

– 09 gennaio 2011

– 06 gennaio 2011

– 2 gennaio

25 dicembre

– 19 dicembre

– 12 dicembre

-5 dicembre

– 28 novembre

– 21 novembre

– 14 novemre

– 7 novembre

– 31 ottobre

– 24 ottobre

– 17 ottobre

– 10 ottobre

– 3 ottobre

– 26 settembre

Potrebbe interessarti

blank

La quiete dopo la sofferenza

Di Michele Romano Nella triste stagione del Coronavirus, il morire nella solitudine e nella disperazione …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *