La Reale tenuta di Carditello, sita in San Tammaro (CE), detta anche Real sito di Carditello, è accomunata all’isola di Procida più di quanto si possa pensare. Infatti, la Reggia di Carditello, faceva parte di un gruppo di 22 siti della dinastia reale dei Borbone di Napoli, nello specifico: Palazzo Reale di Napoli, Reggia di Capodimonte, Tenuta degli Astroni, Villa d’Elboeuf, Reggia di Portici, Villa Favorita, Palazzo d’Avalos nell’isola di Procida, lago di Agnano, Licola, Capriati a Volturno, Cardito, Reale tenuta di Carditello, Reale tenuta di Persano, Fasano di Maddaloni, Selva di Caiazzo, Sant’Arcangelo, Reggia di Caserta, San Leucio, Casino del Fusaro, Casino di Quisisana, Mondragone e Demanio di Calvi.
Il volume “Carditello da Feudo a Sito Reale” scritto da Aniello D’Iorio, Bonaccorso Varone editore, si occupa della storia del Real Sito prima che Ferdinando la trasformasse nella tenuta di caccia che oggi conosciamo. D’Iorio si rivolge alla società civile che oggi chiede con forza il riscatto di questo territorio. La narrazione si basa sui documenti di archivio, come alcuni atti notarili del 1715, che l’autore ha scrupolosamente analizzato durante i suoi studi in biblioteca e negli archivi, tra cui quello di Napoli: “questo lavoro e’ nato da un’esigenza reale: quella di colmare quel vuoto conoscitivo di ciò che Carditello era prima che diventasse la tenuta di caccia di Ferdinando. Ogni volta che leggo queste carte” ha proseguito “mi sento nel 700. Quando presi parte ad una delle aperture straordinarie della Reggia mi si spezzò il cuore e mi resi conto che mancava la conoscenza di quello che Carditello era prima che Carlo l’acquistasse: questo libro e’ il risultato di queste ricerche e vuole colmare questa esigenza conoscitiva”.
La ricostruzione dei fatti storici e’ del tutto neutrale senza seguire ne l’aspetto filoborbonico ne’ quello anti borbonico, mantenendo una certa obiettività nei fatti narrati.
La storia di quella che diventerà poi una Reale Delizia, comincia con l’acquisto da parte di Carlo di Borbone che aveva bisogno di un luogo dove perfezionare la cavalleria e a sue spese decise di sistemare questo posto situato a Cardito, non troppo lontano dalla capitale Napoli. D’altronde poi solo una famiglia nobile poteva permettersi di sostenere certe spese. Le innovazioni, le strade costruite per l’occasione furono utilizzate non solo da re ma anche dalla popolazione, favorendo i commerci campani. E cosi comincia la lunga storia di Carditello.
Una curiosità: all’ interno del volume e’ possibile studiare i registri degli animali presenti all’epoca a Carditello. Nel corso dell’evento e’ stata “lanciata” anche la speranza che la Reggia “decolli” definitivamente con la raccolta firme; l’auspicio e’ che non resti solo un monumento ma diventi l’identità di un intero popolo, quello meridionale.