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I cuochi di Procida, altro che chef stellati

Di Michele Romano

PROCIDA – Viviamo in un contesto storico talmente fragile, friabile, indifeso, esposti ad ogni forma di violenza. Tale situazione sta offrendo la percezione che l’agire democratico si stia, inesorabilmente, sgretolando. Il sentore di tale scricchiolio si avverte anche nella realtà socio-economica della società italiana attraverso l’emergere di vari profili di “piccoli tiranni”, affabulatori televisivi, direttori della carta stampata, sondaggisti, sociologi, economisti e tuttologi di ogni genere oltre, naturalmente, i lupacchiotti politici. Ma, quello che ci intriga tra questi piccoli Crizia (capo dei trenta tiranni ateniesi) sono gli Chef stellati o aspiranti tali, tanto lontani dalla sobria e luminosa figura, ancora in splendida attività, del recente passato. Un esempio per tutti l’immensa Libera.

Ci colpiscono i loro toni aspri, supponenti, sprezzanti, da feudatari verso ragazzi e ragazze che si avvicinano all’arte della cucina, luogo da cui parte lo spirito di comunità dal sapore antico, che concilia le persone con il vivere quotidiano. Ecco un preoccupante rischio in arrivo: la nascita di una schiavitù contemporanea dentro l’habitat, la fonte primaria della ristorazione. In tal senso vorremmo ricordare a questi artisti e creativi produttori di cibo stellato, se le loro enormi capacità non vengono accompagnate da un rapporto armonico tra cuore e mente, da una umiltà misericordiosa, possono sviluppare, utilizzando un termine dantesco, elementi stercali.

Postilla finale: la nostra cara “polis micaelica” presenta un modello virtuoso e alternativo al così detto gotha dei fornelli grazie agli stupendi cuochi: Niki, Carletto, Ciro, Bruno, Michele, Francesco, Vittoria, Graziella, Tina, Pio, Angelo, Alessio, Antonio, Vincenzo (detto Borlotto) ed altri che si stanno svezzando; ai frizzanti pizzaioli Sirio, Paolo, Arturo, Salvatore, Michele (detto “la Ficozza”), etc., senza ostentare stelle, stellette, stelluccie e roba varia. La cucina procidana presenta pietanze di qualità, sempre più apprezzate e gustata dai numerosi ospiti che approdano alla bellezza strabiliante dei nostri siti marini.

Queste perle umane ci rafforzano a restare ferventi credenti della speranza democratica.

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3 commenti

  1. Sara’….. ma tutta questa decantata bontà,nella pizza e nei piatti presentati a Procida dalle varie pizzerie e ristoranti , io proprio non l’ho riscontrata…..quindi non esageriamo nei confronti….umilta’ prima di tutto. Saluti

  2. Evviva ….. ritorna la sempre beneamata …POLIS MICAELICA

  3. Mettere in contrapposizione i vari operatori isolani con il mondo dei chef stellati ,mi sembra pura inutile retorica, oltretutto,fatta da chi dovrebbe essere un super-esperto che invece ,assolutamente,non è.

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