Politica democrazia
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La Democrazia è a rischio?

Di Michele Romano

PROCIDA – Alla domanda se la democrazia è a rischio, ci sentiamo di rispondere in senso alquanto affermativo. La preoccupata percezione lo indica il percorso elettorale verso il voto del 4 marzo, che si svela nel suo divenire quotidiano: convulso irto di spine rancorose, odiose, sprezzanti della storia repubblicana, accompagnato da una inarrestabile decadenza culturale in cui sembra smarrita la visione progettuale del bene comune dentro un clima di paure, angosce, ipertrofie egoistiche, atroci violenze, intolleranze estreme che la storia non ha, evidentemente, sepolto. Ma, a tutto ciò si aggiunge l’avvento, da parte delle contestazioni populiste, di una espressione sordida, perniciosa e discriminante cioè la postverità in cui tale vocabolo viene depauperato del nobile significato di riferimento assoluto, di imperativo etico, di rilevatore equilibrato del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto; elementi fondanti di un procedere democratico, codesta metodologia con la dicitura cyberspionaggio, sta devastando la democrazia occidentale dagli Stati Uniti all’Europa, dentro la quale, la società italiana si presenta con un esercito molto agguerrito in vasti strati (movimenti, partiti, fondazioni, servizi deviati, mezzi di comunicazione, carta stampata, pezzi della magistratura, potentati economici-finanziari, etc.). In tal senso Hannah Arendt già da tempo ci ha avvertito che nel procedere nel binario della falsificazione, la libertà di ognuno diventa una farsa, per il semplice motivo di non garantire più la corretta e puntuale informazione dei fatti. E qui aggiunge che il primo punto all’ordine del giorno per salvaguardare la democrazia è la lotta alla menzogna, la quale da umori e passioni perverse, come sta accadendo nella realtà odierna, quando è scambiata per verità, con effetti nefasti.

In questo clima così fetido, il 4 marzo siamo chiamati a scegliere chi si offre con il volto dell’insensatezza e chi possiede un discreto buon senso nel volere, ancora, guidare in modo sobrio e sagace il Paese cercando di costruire, come pensiamo possa fare la coalizione di centro-sinistra, un futuro possibile e degno di essere vissuto dalle nuove generazioni, da bambini donne e anziani.

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