Le Ali dell’Arcangelo sul Mondo

di Michele Romano

PROCIDA – Nello sfogliare una guida turistica ci siamo imbattuti in una foto di una linea retta che indicava un “percorso micaelico” con il punto di partenza nel Monte Carmelo, in Terra Santa, fino a giungere agli estremi promontori dell’Atlantico. Con sommo stupore, si è svelato ai nostri occhi un punticino luminoso che indicava l’amata abbazia di Procida. Così ci siamo detti che ciò rende la nostra isola parte, profondamente significativa, dello straordinario fenomeno del culto di San Michele.

Per comprendere la sua altissima dimensione bisogna incontrarsi con una preghiera antica della chiesa che inizia così: “Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria sempre vergine, al beato Michele Arcangelo”. Cioè subito dopo Dio e Maria viene Micael. Pertanto, per carpire nel profondo la sua splendente fenomenologia bisogna, con slancio vitale, percorrere il suo volo da oriente a occidente. Le sue tracce, infatti, si colgono dai cigli delle strade, dalle cime dei monti, dai promontori sul mare, dalle grotte, dalle guglie delle chiese, dalle vie dei pastori. E, in qualsiasi luogo, dove il percorso esistenziale si esplica con il proprio peso di fatica, di sofferenza, di precarietà. Da Sud a Nord, da oriente a occidente, con le sue ali vitali, sempre a sostegno della debolezza, della paura.La percezione di ciò l’abbiamo sentita dentro di noi nel momento in cui, immaginando che le ali dell’aereo in partenza per la Terra Santa fossero le sue, ci ha liberati, in età antica, dal terrore di volare.

Certamente, tra l’eclisse dell’era pagana e l’avvento del cristianesimo, Micael costituisce un primordiale riferimento teofanico che apre finestre e porte sull’invisibile e conduce all’irrompere del Dio cristiano dell’amore, dell’accoglienza, del respiro cosmico della storia dell’umanità. Ecco, poiché l’essenza fondante di una città, di una polis, viene ad essere lo spirito, il respiro che emana, si può dire che Procida è intrisa di un manifestarsi pregnante di sensibilità divina tanto da acquisire un posto rilevante tra le polis micaeliche globali, che sentono il respiro dell’arcangelo come soccorso contro le continue guerre che le potenze del mare scatenano senza tregua.

Il popolo procidano, che si appresta nel 2022 ad essere protagonista del proprio luogo come capitale della cultura, diventi in modo forte e intenso testimone di armoniosa universalità attrattiva per l’intero pianeta. Con quale migliore guida, se non le ali dell’arcangelo che protegge e benedice tutti i figli dell’universo senza distinzioni e diversità.

Postilla Finale

Da credenti della speranza, sogniamo che l’appassionante traversata del 2022 ci porti a diventare una ben strutturata Polis Micaelica e a vedere alla luce un bene di vitale necessità per noi gente di mare la casa della salute.

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