Carro alato
Carro alato

L’umanità vive un momento complesso e delicato

Di Michele Romano

PROCIDA – L’alternarsi ciclica di luci ed ombre nella storia dell’umanità pone il momento attuale dentro il cono del buio oltre la siepe, spesso con tratti convulsi, virulenti, insulsi. Per comprendere questi variabili accadimenti ci affidiamo alla celebre metafora del carro alato usata da Platone per esprimere il concetto di anima congiunta al nostro corpo. Si pensi l’anima come simile a una forza, per sua natura, composta da un carro a due cavalli e di un auriga. Un cavallo bianco a vedersi e con gli occhi neri, amante di gloria con temperanza e pudore, amico di retta opinione, non richiede la frusta, lo si guida soltanto con il buon senso della parola. L’altro storto, grosso, di pelo nero, di occhi grigi iniettati di sangue, amico della protervia, dell’impostura, sordo ad ogni forma di obbedienza. Per il buon andamento della corsa è decisivo il ruolo dell’auriga (nella raffigurazione platonica è l’anima razionale) nell’imporre la propria energia e forza sull’indocile. Ecco la criticità della realtà odierna che sta diventando devastante perché tale energia erculea si affievolisce e si debilità sempre più sotto la scure della disposizione dell’anima alla soddisfazione dei più materiali, invasivi, spietati desideri egocentrici dentro l’oscuramento di ogni respiro e visione umanitaria. In tale contesto si innesca la motivata paura di Papa Francesco per una prossima guerra nucleare con “adolescenti sociologici” nelle vesti di capi di governo che giocano pericolosamente a chi ha il pulsante più grosso per lanciare “bome” distruttrici di ogni forma di vita. D’altra parte la disposizione d’animo sociale è ampiamente pervasa dai demoni della stupidità razzista, populista, sovranista, omofoba, misogina, come contenitori di dinamite pieni di odio e rancore supportata da una notevole componente, per esempio, nel nostro Paese, di un ceto politico insipiente trasversale, di tanti Caronte, con occhi iniettati di sangue, come il cavallo di dura cervice. Emblematici sono gli episodi di violenza gratuita, fine a se stessa, subiti da eroici operatori scolastici da parte di genitori, evidentemente quelli che spingono i loro bambini e adolescenti a trasformarsi in “bestie di periferia” che partono in spedizione punitiva per massacrare i propri coetanei Per di più tale virulenza invasiva non è qualcosa che si osserva da lontano ma si sperimenta anche fuori l’uscio della propria abitazione dove l’insulto, l’aggressione, al momento verbale, è diventato pane quotidiano. Ecco siamo davanti ad una terribile stagione dell’eclisse della ragione e del rapporto armonico tra cuore e mente, tra pensare e sentire, per cui bisogna, urgentemente, intraprendere un intenso cammino di riconciliazione di una umanità impaurita con la ragione e la natura. In conclusione, per iniziare una terapia speranzosa prendiamo come spunto di riferimento le parole di Baruch Spinoza: l’uomo è una parte della natura e ubbidisce alle sue leggi immutabili ed universali. La ragione consente di capire noi stessi, le nostre emozioni, posizioni, desideri, il nostro corpo. Nulla è irrazionale. Se nel comportamento c’è qualcosa che non quadra bisogna scoprire le cause. La gelosia o la collera possono essere analizzate come l’eruzione di un vulcano, per cui non deridere, non utilizzare toni sarcastici ed inquisitori, non detestare, non lamentarsi ma capire e soprattutto, aggiungiamo, essere consapevoli che la specie umana è una soltanto, anche se colorata per fattori ecologici.

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