Metodo Cartesiano per Procida

di Michele Romano

Incamminandosi ancora una volta nei meandri alquanto controversi e tribolati delle problematiche che investono la nostra “polis procidana”, per trovare qualche rimedio, in special modo a quelle più importanti e decisive per il bene comune, invito tutti a seguire il consiglio del filosofo francese Cartesio che ci sollecita a riservare qualche giornata della nostra laboriosa esistenza a ritirarsi in solitudine per valuta in pace e con serenità la fondatezza delle proprie convinzioni, sottoponendole alla prova di un dubbio sistemico e metodico, perché c’è sempre il rischio dell’errore.

Ebbene, questo percorso terapeutico è auspicabile, per esempio, che venga seguito da chi esplicando a tutto campo, l’arte nobile della politica, ha talmente svilito tale funzione tante da rendere uno stucchevole gioco delle parti, l’approccio alle vitali tematiche del territorio, mettendo sotto i piedi ogni etica della responsabilità con insipiente disinvoltura per cui rinviare “sine die” i necessari interventi costituisce diventa una prassi consolidata. Senza tener conto del degrado morale, corruttivo, socio-economico che accompagna tutto ciò. Questo cammino cartesiano va intrapreso, in particolar modo, da chi opera nell’ambito dell’organizzazione dei servizi, in primo luogo in quelli di vitale incidenza sulla salute della comunità isolana. E qui, accanto al generoso e qualificato impegno di tanti operatori del settore, si accompagna l’incuria, il cinismo, l’egoistico tornaconto di altre figure determinanti per garantire la funzionalità e la salvaguardia della collettività

Parimenti diventa essenziale seguire questo metodo nel campo dei servizi socio-culturali, punto essenziale per monitorare gli aspetti sia evolutivi che involutivi del vivere quotidiano di una comunità che, nell’attuale momento storico, ha urgenza di non subire più la latitanza o addirittura l’atteggiamento fastidioso di chi opera in tale settore davanti a problematiche umane di notevole drammaticità. Pertanto, questa cura metodologica, nell’attuale profonda crisi che viviamo, espandendosi a macchia di leopardo in tutti gli altri rivoli dell’iter organizzativo della “cintas”  può costituire un decisivo viatico verso un salto di qualità che irrompe sull’intera dimensione isolana.

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