Dal sito di viaggi SKYSCANNER riportiamo un interessante articolo che parla di Procida e della settimana di Pasqua e di come sia il periodo ideale per trascorrete una vacanza piacevole sulla nostra fantastica isola e immersi nella sua storia, cultura, natura e tanto altro.
Quando si sta per arrivare a Procida, fin da subito, quando si è ancora nell’alto del mare, si ha la sensazione di carpire un prossimo gioiello di bellezza, una gemma rara e multicolore incentrata nel bel mezzo del turchese Mar Tirreno… Una sensazione speciale, diversa, che quasi ti fa sentire a casa e stranito allo stesso tempo.
L’isola accoglie i suoi amanti nel silenzio mattutino di Marina Grande, interrotto solo dal vociare dei pescatori che vendono le conquiste del mare, fra i negozi ancora troppo addormentati e i primi approdi alla terraferma. Qui il tempo sembra essersi fermato al tempo del celebre film “Il Postino”, ultimo lavoro del compianto Massimo Troisi, che vide set esclusivo della pellicola questa magnifica isola: case color pastello l’una diversa dall’altra per, come dice la tradizione, permettere ai pescatori di riconoscere il proprio nido anche dal mare, le scale a dorso d’asino, i terrazzi “vefii”, gli archi diffusi.
Trascorrere un week end a Procida è la scelta ideale per chi vuole immergersi in una realtà poco battuta dal turismo di massa, relegata alla propria bellezza e incontaminazione, preservata come un’abile perla ancora non sottratta alla propria ostrica: qui sopravvivono ancora diverse specie faunistiche e floristiche esclusive, non presenti in nessun altro luogo.
Le vacanze di Pasqua sono sicuramente uno dei migliori periodi per vivere l’intensità dell’isola: è questo, infatti, il periodo della primavera, quando la natura rinasce a nuova vita e il luogo in cui i rituali della Settimana Santa sono molto sentiti e coinvolgono tutti i Procidani.
I riti pasquali iniziano fin dalla Domenica delle Palme, giorno in cui vengono benedette la palme della città che per l’occasione vengono addobbate con nastri e coccarde e portate in processione, e proseguono fino alla Domenica di Pasqua. Sicuramente il giorno più sentito è quello del Venerdì Santo, dove, seguendo una tradizione antica appartenete addirittura al ‘600, vengono portati in spalla dai Confratelli Turchini i cosiddetti Misteri, ossia carri allegorici realizzati dagli stessi abitanti, seguendo il classico percorso che va dal borgo di Terra Murata fino alla Marina Grande. Suono mesto di tromba e tamburi solenni seguono il tragitto religioso, che si conclude con la statua del Cristo Morto opera di rilievo dello scultore napoletano Carmine Latriceni.
Attimi mistici, ma che chiunque, anche non ateo può vivere, poiché si tratta di una tradizione che mescola il sacro con il folclore, in un connubio unico e antico e che ha come scenario la famosa “Isola di Arturo”.