FRANCESCO TRIO
FRANCESCO TRIO

Procida: Chi Banda non sbanda … che musica ragazzi!

 di Giacomo Retaggio

Bellissima serata quella del 9 agosto, a Procida! Nell’ampio teatro naturale della marina di “Sènt’Cò”, davanti ad una foltissima ed attenta platea, con la chiesa della Pietà di lato, quasi una quinta di palcoscenico, e sullo sfondo l’arco delle case multicolori a chiudere la scena, si è esibita la banda musicale di Procida, diretta da maestro Francesco Trio, nella serata conclusiva della 62° Sagra del mare.

La musica è stata la dominatrice assoluta della serata. E questi musicisti sono veramente bravi! Le melodie scorrevano morbide e suadenti, o forti e vibranti, sui volti attenti delle persone dipingendovi  con un fantastico  pennello immagini di gioia o di dramma.

Di grande pregio la “performance” del soprano procidano Claudia Corcione, che, con abile duttilità vocale ha spaziato dalle angosce esistenziali di Violetta alla spregiudicatezza di Carmen e al lirismo intimistico di Tosca.

A tal proposito il contemporaneo suono delle campane dell’orologio della “Pietà”, durante il “Vissi d’arte”, ha dato la netta sensazione di essere trasportati nella chiesa romana sede dell’azione dell’opera pucciniana.

Splendida l’esibizione del pianista Cristophe Buren  nell’insolita accoppiata pianoforte – banda.

Gli scrosci di applausi degli spettatori invitavano ad alcune considerazioni: quella di quest’anno è stata una “Sagra del mare” quasi del tutto “ procidana” nel senso più completo del termine.

In forse fino all’ultimo per motivi economici, la manifestazione ha dovuto necessariamente ripiegare su artisti locali e questo, forse, è stato un bene.

Sono venute fuori potenzialità nostrane che altrimenti non avrebbero avuto possibilità di emergere.

Oltre che in quella finale ciò è venuto fuori principalmente nella serata che ha visto l’elezione della Graziella (a proposito, auguri ad Assia Miranda, Graziella 2012!) dove scuole di danza, di recitazione e cori procidani si sono esibiti con successo senza far rimpiangere nulla.

C’è un rischio, però, in tutto questo: che Procida si chiuda sempre più in se stessa in una sorta di delirio di autosufficienza.

Fatto gravissimo per un paese che tende a superare i propri confini ed a fare “ espatriare” la sua personalità.

A meno che…,a meno che l’isola non diventi essa stessa un punto di riferimento per gli altri e raggiunga un punto  di forza e di prestigio tali da essere trainante sulle realtà circostanti.

Ma questo è un altro discorso…

 

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Un commento

  1. Dir. Gennaro Cibelli

    *Egregio Dottore, 

    Come sempre la Sua analisi e’ impeccabile, degna di un PROCIDANO DOC!!!

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