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Procida festeggia sua maestà il limone

limoniProcida festeggia sua maestà il limone. Il prossimo 2 maggio 2013 sull’isola di Arturo si terra la “Sagra del limone di Procida” organizzata dall’associazione “Procida è”. Nell’attesa di conoscere i dettagli organizzativi, focalizziamo i riflettori su quello che è uno dei prodotti principe e tradizionali della terra procidana. Il limone di Procida, infatti,  è molto particolare rispetto agli altri (vedi Sorrento, ad esempio) in quanto si presenta molto più grande e dolce, fattore sicuramente dovuto all’ottimo clima dell’isola ed alla sapienza con cui i contadini curano la terra.
Le caratteristiche del limone procidano rendono possibile la preparazione di diverse pietanze che utilizzano le diverse parti del limone (mitica la “lingua di bue” con crema a limone). L’epicarpo o flavedo (la scorza) è ricca di oli essenziali ed alcoli aromatici e viene utilizzata per la produzione di liquori e creme al limone.

Il mesocarpo o albedo (strato bianco intermedio) si presenta molto asciutto e spunoso ed è ottimo da mangiare e viene utilizzato, insieme con la polpa del limone, per le insalate di limoni.

L’endocarpo è la polpa del limone (suddivisa in spicchi) che contiene il succo ed i semi. Con il succo di limone vengono preparate bevande e vengono condite le pietanze.
Il limone è un agrume originario dell’India settentrionale e, probabilmente, fu introdotto in Italia durante l’epoca delle invasioni arabe (secolo IX-XI).  E’ un frutto ricco di vitamine e sali minerali ed ha proprietà depurative e battericide.  La presenza del limone nel regno napoletano sin dall’antichità è testimoniata dalla rappresentazione di tale agrume in numerosi dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano Il limone è ricco di virtù incomparabili. Scoperto sui contrafforti dell’Himalaia, venne coltivato anche in Mesopotamia. Gli Ebrei, durante la carestia di Babilonia, impararono a coltivarlo e l’importarono in Palestina. Con l’avvento dell’Impero Romano in oriente, la coltivazione fu introdotta poi nella stessa Roma. Tuttavia, la coltura del limone in Italia si diffuse solo nel IV secolo e, nel Medioevo, raggiunse la Francia e la Spagna.  I Romani lo consideravano un frutto prezioso e quando l’lmpero Romano crollò, la coltivazione dei limoni scomparve con esso. Furono gli Arabi, a partire dall’VIII secolo, ad impiantare nuovamente i limoni nel Sahara, in Andalusia e nell’Italia meridionale.
Limoni coltivati secondo metodiche naturali dagli agricoltori procidani, ligi alle tradizioni e alle tecniche antiche tramandate di generazione in generazione. Limoni grossi, dal succo gradevolmente acido, profumo intenso e un albedo talmente grosso da essere chiamato “pane”. Infatti, i palati più fini lo degustano a fette, come dessert, con o senza l’aggiunta di un cucchiaio di zucchero. Caratteristiche così uniche che il Ministero delle Politiche agricole e forestali e la Regione Campania hanno inserito, rispettivamente, il Limone di Procida nell’elenco ministeriale dei prodotti tradizionali italiani e nell’elenco dei sapori tipici regionali.

Il limone di Procida, inoltre, per volontà dell’allora assessore all’agricoltura Salvatore Costagliola, può annoverare anche la Denominazione Comunale. Quest’ultima non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine. In altri termini, è  un certificato notarile contrassegnato dal Sindaco, il primo cittadino, a seguito di una delibera comunale, che certifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.
Un orientamento consapevole che molti Comuni d’Italia, compreso Procida, hanno concepito come strumento di salvaguardia delle proprie produzioni e di sviluppo endogeno del proprio territorio ma al tempo stesso anche come mezzo per promuovere all’esterno le specificità culturali e storiche del proprio territorio.

Guglielmo Taliercio

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Un commento

  1. trovo significativo e serio promuovere il proprio prodotto.
    certo che rispetto alla costiera sorrentina che hanno dato inizio più di due secoli orsono – è stato coraggioso da parte dei procidani, in questo caso del Comune di Procida prendere queste iniziative.

    non sono mai stato a Procida, questa estate verrò, spero di trovarla come me l’immaggino.

    complimento al sito il procidano- che molto semplice trasmette le nbotizie belle o brutte che siano.

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