Procida: Il crollo dell’etica.

di Michele Romano

Le vicende che in questi ultimi anni hanno investito e lacerato l’intera società senza risparmiare sia i piccoli centri (come Procida dove, per esempio, si è assistito alla opacità della Pubblica Amministrazione, alla deplorevole mercificazione nel campo dell’assistenza sanitaria dei lavoratori del mare, all’abuso abnorme e al di fuori di ogni controllo della L. 104 il cui effetto estremamente negativo si è riflesso sulla pessima qualità dell’offerta educativa e formativa nell’ambito scolastico a danno dei bambini e adolescenti) che le grandi aree urbane (dove le nefandezze che offrono ampi settori della politica, del mondo economico e finanziario, dei servizi, troppo spesso armonizzate con i gangli perversi della mafia, camorra, ndrangheta) cosa hanno evidenziato?

La dimensione della corruzione ad un cancro la cui metastasi si è ampliata in modo invasivo, silenzioso, difficile da debellare tanto da uccidere moralmente e fisicamente. Una illegalità infinita, che cambia aspetto e si rigenera anno dopo anno, che non provoca solo voragini nei bilanci pubblici ma genera una pericolosa carenza di democrazia e devasta l’ambiente in cui viviamo. In altri termini la corruzione ci ruba il futuro, in tutte le sue angolature, costituisce una mega tassa occulta provocata proprio dai corruttori doc che chiedono, in modo sguaiato, l’abbassamento delle tasse, soprattutto a chi non le paga a sufficienza o per nulla, in modo tale da impoverire il paese sul piano economico, politico, culturale e ambientale, è un male radicale che comporta rischi per la credibilità della nostra economia, per la tenuta della nostra immagine nel Mondo, per gli investimenti del nostro Paese. Per di più crea diseguaglianze, massacra le politiche sociali, avvelena l’ambiente, tiene in ostaggio la democrazia. In tal senso, resta attuale in modo più grave il tema della questione morale che nel 1981 pose nel cuore della politica italiana Enrico Berlinguer con questo retaggio di parole scolpite nella memoria ma sbeffeggiata dai suoi avversari e raccolta con fastidio e torpore dal proprio partito. “i partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela, gestiscono interessi i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi. Hanno occupato lo Stato. Gli Enti Locali, gli Enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università” Sembrano denuncie sfornate in data odierna, per di più con una situazione più pesante e fradicia di allora.

Pertanto, primarie o non primarie, la politica e i partiti per rigenerarsi e ridiventare il centro operativo della speranza di costruire un futuro migliore, devono porre davanti al popolo, con chiarezza e trasparenza, come aspetto prioritario, il nobile e vitale tentativo di debellare questo orribile cancro che, con le sue metastasi, sta conducendo alla morte l’intera società italiana.

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