Procida. Inchiesta lampo sull'affondamento della M/B Elisabetta

Comunicato Stampa

Aperta il giorno 18 aprile u.s. con l’invio della segnalazione alla Commissione centrale di indagine sui sinistri marittimi, l’inchiesta sommaria inerente l’affondamento della M/B Elisabetta 3NA2270 nel suo posto di ormeggio in porto si avvia ad una conclusione.

Il giorno seguente alla scoperta del sinistro, difatti, presso gli uffici della Guardia Costiera di Procida, sono stati acquisiti agli atti due elementi istruttori di particolare rilievo.

Il primo, intorno alle ore 11.00, ha ad oggetto la denuncia di evento straordinario sporta personalmente dal proprietario dell’unità ai sensi dell’art. 182 del codice della navigazione, all’interno della quale il sig. D.S. riferisce all’Autorità Marittima l’assunta responsabilità di terzi nell’affondamento del M/P Elisabetta a causa di un cedimento strutturale conseguente l’urto di altro natante.

Il secondo, è ricevuto intorno alle ore 12.00 della stessa mattinata di martedì 19 aprile, allorchè si presenta presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Procida il sig. F.M., nato e residente a Pozzuoli (Na), proprietario di un natante da diporto tipo lancia dotato di motore entrobordo.

Questi, con dichiarazione giurata resa innanzi a pubblico ufficiale, ha rappresentato compiutamente la dinamica dell’evento, asserendo che nella tarda serata di domenica 17 aprile, mentre ero intento in attività di pesca a traina nel canale di Procida, entravo in porto per acquistare qualcosa da mangiare e mi dirigevo verso il lato sinistro[….] Nel decellerare mi accorgevo che la manetta non rispondeva al comando e pertanto andavo ad urtare l’unità da pesca ormeggiata in banchina[…]

Risulta, altresì, agli atti della Guardia Costiera che l’imbrunire non ha consentito al sig. F.M. di apprezzare tempestivamente l’entità del danno causato dalla prora del proprio mezzo nautico a poppavia della motobarca Elisabetta. “Mi trattenevo in zona circa mezz’ora per verificare se l’unità da pesca restava in galleggiamento e se nel frattempo giungeva in banchina il proprietario o qualcuno a cui potevo riferire l’accaduto”.

Datasi l’ora tarda, il sig. F.M. avrebbe quindi fatto rientro in porto a Pozzuoli. “Il giorno seguente tornavo a Procida […] Giunto sul posto trovato l’unità da pesca semiaffondata ed incontravo in banchina il proprietario al quale riferivo quanto accaduto la sera prima, fornendogli le mie generalità e quelle del mio natante per i previsti fini assicurativi”.

Alla luce di quanto emerso, l’inchiesta sommaria pertinente il sinistro marittimo in argomento potrebbe presto concludersi, senza considerare che il M/P Elisabetta è stato intanto recuperato da personale tecnico specializzato.

A differenza del M/P Antonio Padre però, anch’esso affondato all’ormeggio nello specchio acqueo della Corricella ad ottobre scorso e successivamente recuperato, il M/P Elisabetta, attualmente in disarmo, tornerà operativa a seguire le opportune verifiche strutturali e le consequenziali visite ispettive a cura dell’ente tecnico di classifica.

Viceversa il M/P Antonio Padre, in stato di fermo per arresto definitivo, ha in corso presso la superiore Capitaneria di porto di Napoli l’istruttoria per il rilascio dell’autorizzazione ad intraprendere l’ultimo viaggio verso il cantiere individuato per la volontaria demolizione.

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