Procida, Venerdì santo 2011. La processione dei misteri ad una svolta.

L’associazione “I ragazzi dei misteri” si divide in due. Nasce una nuova associazione “Tradizionee Cultura Misteriale”. Le bambine portano i misteri e la processione diventa evento mediatico.

Quest’anno la processione di Venerdì Santo a Procida è stato un evento che ha unito tradizione e innovazione. Grandi novità sia positive che negative si sono susseguite negli ultimi mesi. Prima di tutto è importante sottolineare un importante cambiamento riguardante l’organizzazione della processione. Nel 2004 per risolvere il problema di trovare dei luoghi adeguati dove allestire i famosi e caratteristici misteri, si fonda l’associazione dei “Ragazzi dei Misteri”, che prende come sede lo spiazzale dell’antico borgo di Terra Murata; nata con il nobile scopo di tutelare e migliorare la tradizione misteriale, tipica dell’isola. Ma dopo neanche sette anni di attività, l’associazione si scinde in due e nasce a novembre dello scorso anno l’associazione “Cultura e tradizione misteriale” con presidente Angelo Antonio Gaudino.  Il nuovo presidente si è fatto portavoce dei problemi che hanno vissuto numerosi ragazzi in questi sette anni di collaborazione, portando alcuni addirittura ad abbandonare le attività associative. Le cause della scissione sono state numerose: dalla disorganizzata gestione degli spazi dove costruire i misteri, a divergenze legate alle attività o alla collaborazione ai vari eventi, non solo religiosi, e anche punti di vista troppo differenti tra i soci dell’associazione.

Questa divisione è stata considerata un cambiamento radicale, che secondo alcuni porterà negli anni a migliorare ed incentivare la tradizione dei misteri; soprattutto al maggior rispetto sia del regolamento della processione che della sacralità dell’evento. Il risultato visibile e apprezzato, soprattutto dalle centinaia di turisti accorsi appositamente per l’evento, è stata una maggiore accuratezza nella realizzazione di queste rappresentazioni plastiche, in alcuni casi dalle dimensioni monumentali. La bellezza e l’attenta e minuziosa rifinitura sono due elementi essenziali che hanno sempre contraddistinto i misteri, a seguito della secolare tradizione artigianale isolana che si esprime anche attraverso riti e tradizioni religiose. Anche quest’anno secondo la tradizione hanno sfilato nel corteo le ricche cene con scenografie in cartapesta o legno traforato, le flagellazioni e le crocifissioni fino ai misteri astratti concettuali sui sette peccati capitali, con un’allegorica barca a  rappresentare i mali del mondo e il mistero sull’amore. Il mistero rappresentate un’isola di Procida inghiottita dal male, inoltre, ha denunciato l’abbandono e la trascuratezza dell’isola, che è stata vittima soprattutto negli ultimi anni del dilagare del degrado del paesaggio urbanistico, a causa della mancata risoluzione di problemi decennali; oltre alla mancanza di senso civico e rispetto del luogo natio. A sorreggere queste pesantissime tavole oltre ai soliti ragazzi devoti con i tipici cappucci bianchi ad inizio corteo una bambina vestita anche lei con la tunica bianca e mozzetta turchese, ha portato in corteo un piccolo mistero rappresentante la genesi. Dal 2009 con una nuova circolare della curia di Napoli anche la bambine possono portare i misteri, basta iscriversi alla congregazione dei Turchini. Un gesto notevole di “apertura” e di modernità dopo secoli di predominanza maschile nelle associazioni religiose. Anche se a riguardo alcuni “puristi” della processione hanno storto il naso; favorevoli o contrari anche le processioni sono il riflesso di una società che cambia e alcune modifiche bisogna apportarle per il perdurare di queste secolari tradizioni. Anche nella divulgazione i mezzi sono cambiati infatti quest’anno la processione è divenuta evento di facebook il social network per eccellenza, con la diretta della processione sul sito procida.tv. Anche la tradizionale processione simbolo della Settimana Santa si sta modernizzando ed evolvendo, in linea ai recenti e fondamentali cambiamenti socio-culturali, confidando comunque nel buon senso e nel rispetto delle fondamenta di queste manifestazioni religiose e folcloristiche, affinché siano sempre più la manifestazione della cultura e la storia di un ‘isola che ha ancora tanto da offrire ma non tutti se ne accorgono.

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