Domenica 21 giugno alle ore 20, presso la “Congrega dei Turchini”, via Marcello Scotti, nell’ambito delle attività cultuali programmate dall’associazione, si terrà un convegno – dibattito sulla Sindone di Torino presieduto e coordinato dal giornalista Ermanno Corsi. Sono previsti gli interventi di Gabriele Scotto di Perta, priore emerito della congrega e cultore dell’argomento, per quanto riguarda la storia e le varie teorie sulla veridicità o meno della Sindone, di Giacomo Retaggio, medico e scrittore, che illustrerà gli aspetti medico – scientifici della morte di un soggetto sottoposto alla crocifissione, di Paola Pisano per le fotografie.
La Sindone (dal greco “Sindon”) è un telo di lino lungo 4 metri e 40 cm e largo un metro e mezzo. La tradizione vuole che abbia avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro dopo la deposizione dalla croce. Su di essa si notano, abbastanza sfumate, delle impronte riconducibili ad un corpo martoriato perché si ravvisano ombre di ferite e di lacerazioni nonché macchie di sangue. Questo telo, steso per intero in piano, riporta la parte anteriore e la posteriore del corpo. E’ conosciuta fin dall’antichità, soprattutto dal medioevo, e le è stato sempre attribuito un valore di reliquia autentica. Nel ‘500 subì un incendio ed alcune gocce di argento fuso della cassa che la conteneva la bruciarono in parecchi punti. Questi furono, poi, riparati dalle Clarisse di Chambery, in Francia. Proprietà di Casa Savoia si trova nel duomo di Torino.
Nel 1898 l’avv. Secondo Pia, fotografo dilettante, chiese ed ottenne il permesso di fotografarla. E lo fece con i mezzi del tempo. Allo sviluppo della lastra, però, rimase sbalordito: l’immagine venuta fuori era quella di un uomo con le braccia riunite sul pube e i segni di una grossa violenza subita. Si dedusse che la Sindone si comportava come un negativo fotografico. Da quel giorno le teorie ed i giudizi su di essa sono cresciute a dismisura. Da una parte c’è chi sostiene a spada tratta essere la Sindone il telo originale che ha avvolto Gesù e dall’altra invece chi afferma che si tratta di un falso medievale. Dalla parte dei primi c’è l’esatta corrispondenza delle lesioni e delle ferite dell’uomo della Sindone con i testi evangelici e ciò renderebbe altamente suggestiva l’ipotesi trattarsi della vera “fotografia” del Cristo deposto. Per quanto riguarda la possibilità del falso medievale è molto poco probabile che a quell’epoca ci sia stato qualcuno che sia riuscito a realizzare un “falso” così perfetto. La questione è ancora, a tutt’oggi, “sub iudice” e neanche la Chiesa si è ancora pronunciata chiaramente in un senso o in un altro. Anche se sembra che i due ultimi Papi si stiano orientando a favore dell’autenticità.
Ogni certo numero di anni viene messa in atto presso il duomo di Torino un’”ostensione” della reliquia come quella in atto in questi giorni. La questione della Sindone è una delle più avvincenti della storia e della vita della Chiesa cattolica rimane uno dei misteri più affascinanti del nostro tempo.