L’affermazione perentoria del titolo, a prima vista, potrebbe sembrare una boutade ma non è così. Procida è davvero l’isola più tassata (e tartassata) al mondo in cui ogni balzello è al massimo ed il deficit comunale è alle stelle.
Il Sindaco Capezzuto, molto meritevolmente, ha convocato i cittadini per informarli del disastroso bilancio comunale che, quest’anno si è chiuso con un meno 1.500.000,00 euro, e si spera in futuro, dopo una nuova mazzata fiscale, di ridurre il disavanzo a 500.000,00 euro.
Anche la minoranza di Insieme per Procida ha dettato la sua ricetta (sembra comune con la maggioranza) ed allora perché non si mettono d’accordo? Nel suo piccolo l’isola di Procida ha gli stessi problemi che aveva l’Italia di Berlusconi, ovvero debiti in crescendo ed esigenze di tagli drastici, quindi sacrifici che nessun partito poteva effettuare.
Da qui il Governo tecnico di Monti – che ha tagliato tutto proprio tutto, anche la vita ad alcuni piccoli imprenditori con la promessa di un domani migliore a scapito di casa e pensionati. Fino a qualche mese fa la parola che terrorizzava i procidani e gli italiani era spread, oggi è l’IMU, quest’ultima ridurrà sul lastrico molti procidani.
Da qui la gestione, da commissario, del Sindaco Capezzuto per cui tanti si domandano: se la gestione del bilancio comunale è di stile commissariale a cosa servono gli assessori?
Forse che alcuni di loro vivono di politica con tutti gli annessi e connessi?
L’opposizione ha proposto di ridurre del 50% l’esborso per gli amministratori così da contribuire, con questa goccia di risparmio al deficit del Comune. Riteniamo, viceversa, che le paghe devono essere all’altezza delle responsabilità, non fosse altro per contenere la corruzione, ma assessori e funzionari comunali non devono solo occupare poltrone ma, soprattutto, produrre ide e servizi per i cittadini.
Il mago Monti ha quasi smantellato con la sua ruspa Fornero l’art. 18, senza toccare, però, i benefici ed i diritti dei dipendenti pubblici. Da questo punto di vista, se avesse applicato le regole anche a questi, allora si che il sogno del nostro Sindaco di portare a 50 unità la forza dei dipendenti comunali si sarebbe potuto avverare.
Ed allora? Non resta che aspettare dicembre per vedere dove andremo a finire. Intanto una soluzione clamorosa ci sarebbe potuta stare ovvero le dimissioni in massa del Consiglio Comunale ma, questa, è effettivamente una boutade. Non c’è nemmeno un Beppe Grillo nel futuro procidano, insomma un vero disastro.
E’ evidente che i procidani non credono più ai loro politici, tuttavia essi non sono ancora giunti all’incesto perpetrato sull’isola d’Ischia, dove Ferrandino e De Siano si sono congiunti in un amplesso contro natura pur di avere la certezza del potere.
Un barlume di dignità in un mare di tasse Procida c’è l’ha.
Caro compare sei molto modesto, perché credo che il grillo procidano esiste: sei tu!