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Procida: Riflessioni sulla scuola

scuola vignettadi Michele Romano

L’inizio del nuovo anno scolastico è propizio per sviluppare qualche riflessione su questo importantissimo settore della società. A tal proposito pongo, all’attenzione di tutti, un punto che, progressivamente in questi anni, in parte, ha condotto verso una dimensione marginale tale Istituzione, cioè la perniciosa conflittualità tra scuola di massa e scuola di cultura. Ciò è accaduto perché si è insinuata la stoltezza che per le masse una certa tradizione letteraria, storica, artistica e filosofica era da rottamare perché costituiva un insormontabile ostacolo per la loro emancipazione. Una mentalità più sciagurata non poteva manifestarsi perché una profonda lettura storica, al contrario, mette in risalto che quella tradizione è stata una muraglia cinese contro gli imperativi categorici e troppo spesso aggressivi della politica, dell’economia, del mercato del lavoro.

Nel momento in cui ha smarrito questa corazza, la nostra scuola è andata in balia della burocrazia, delle mode e dell’illusione di configurare e gestire i singoli istituti scolastici come aziende private. Qui diventa significativo il fatto che, proprio il rigetto della cultura umanistica ha indebolito e reso tortuoso il cammino verso l’uguaglianza tanto che, paradossalmente, ha impedito alla scuola di massa di diventare democratica. Infatti, proprio lo studio e l’assorbimento dei contenuti umanistici, da quelli letterari a quelli storici, da quelli artistici a quelli filosofici, hanno svolto la funzione di integrazione comunitaria, di evoluzione della Koiné, elemento primordiale per ogni raffigurazione civica di uguaglianza e fraternità. Pertanto, messo da parte questo approccio valoriale che dava forma e vigore ad esprimere una storia comune, la scuola è diventata non più un luogo dove s’insegnano delle cose ma, piuttosto, la sede di un impianto tecnico amministrativo dove si sperimentano le tecniche dell’insegnamento in cui il “Noi”, salvo rare eccezioni, è stato completamente sostituito dalla autoreferenzialità per cui ci troviamo davanti ad insegnanti trasformati geneticamente da operatori che trasmettono il sapere a meri gestori di molteplici soggetti ai quali viene trasferito il concetto che l’insegnamento non è altro che un percorso specifico individuale tale da attribuire al singolo la responsabilità della riuscita con il rischio fondato di assistere alla disintegrazione della dimensione pubblica dell’istruzione. Per un osservatorio fondato di tale situazione è sufficiente verificare l’andamento di un collegio dei docenti di un istituto scolastico del proprio paese, nel mio caso l’isola di Procida, per prendere atto, salvo la pace  di qualche operatore o operatrice sensibile, di come l’egoistico microcosmo ha sconfitto la visione dell’informatore – formatore che si incarnava nella figura di coloro che traghettano gli adolescenti e i giovani verso la costruzione di una società imperniata sul bene comune.

In altri termini la rimozione del patrimonio umanistico insieme alla linea guida educativa orientata alla conoscenza reale e profonda del genere umano sta arrecando un enorme danno alla formazione e al progresso sociale e civile dei soggetti e delle comunità più deboli ed indifese tanto da far scivolare la scuola verso la percezione che una istituzione così essenziale possa servire poco o nulla.

Pertanto è cosa opportuna che, anche in questo settore così delicato, ci interrogassimo perché si è entrati in un disastroso cuore delle tenebre e parimenti come rimediare?

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Un commento

  1. Non penso

    che nelle nostre scuole ci sia in atto un processo di ” disinsegnamento “,della cultura umanistica, da parte degli operatori scolastici.

    Anzi,al contrario,ci si sta facendo un profondo sforzo innovativo ,tecnologico,comunicativo,

    si stanno sperimentando nuove forme di insegnamento, proprio per rapportarsi ai tempi che cambiano,per meglio incanalare la comunicazione con gli studenti in sentieri più idonei alla loro conoscenza.

    Mi ha molto impressionato la notizia che è uscita pochi giorni or sono,di una scuola in Gran Bretagna, in cui veniva messa al bando i libri per andare a scuola ,basta solo un pc portatile.

    La cultura umanistica non è stata messa al bando,anzi, nelle scuole, si sta servendo proprio di questi mezzi telematici,per una più completa e universale conoscenza.

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