Procida: il 29 dicembre 1981 è una data da non dimenticare

di Peppino Righi

Il 29 dicembre del 1981 nelle gelide acque del Golfo di Guascogna affondava il mercantile “Marina D’Equa” insieme a 30 persone d’equipaggio (tra cui tre procidani: Pierino Cibelli, Peppino Visaggio,  Graziuccio Scotto di Marrazzo) , di cui il mare non ha voluto restituire i corpi ai loro cari. Onde alte più di 8 metri, paragonabili all’altezza di palazzi, hanno spazzato via il “Marina D’Equa”, di 178 metri di lunghezza e di 32mila tonnellate di stazza, l’ultimo segno di vita della nave è stato il ripetuto segnale di S.O.S., poi più nulla, inghiottita dal mare con il suo prezioso carico umano.
L’isola di Procida il 29 dicembre 1981 si fermava piangendo i suoi figli: Pierino Cibelli, I° macchinista, Peppino Visaggio, II° macchinista, Graziuccio Scotto di Marrazzo, caporale. Giorno della memoria che non si può cancellare mai.
Proprio per non dimenticare, nel luglio del 2005, in occasione della commemorazione dei caduti in mare, allestii una mostra “Navi e Marinai di Procida dal 1860 al naufragio del Marina D’Equa” con foto, giornali e i documenti dell’inchiesta fatta dal comitato SEAGULL nel 1984, dove si spiega, minuto per minuto, i momenti e la dinamica del sinistro.
Il 29 dicembre 2010, a 29 anni dall’accaduto, i familiari hanno ricordato i loro figli con una Santa Messa celebrata in Santa Marie delle Grazie da don Lello Ponticelli e don Antonio Assante, con la speranza che il loro sacrificio non sia stato vano.
Anche noi marittimi in pensione ci uniamo al loro ricordo, nel conforto della preghiera, perché il Signore nello stesso giorno del dramma già aveva preparato la giusta ricompensa nella Patria Celeste.

Procida ai suoi figli marinai

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