di Salvatore Iovine (procidamia.it)
Dopo il seguitissimo intervento di Don Sciortino nell’ambito della classica FIERA DEL LIBRO, animata amorevolmente da don Marco Meglio, ieri sera, presso la Chiesa di San Giuseppe è stato il turno del carismatico Padre Alex Zanotelli.
Il missionario ha esordito dicendo che mentre contemplava la bellezza panoramica del lungomare della Chiaolella, è stato distratto e coinvolto dall’appello del banditore per la raccolta fondi da destinare alla creazione di pozzi d’acqua, nell’ambito della siccità che si sta abbattendo sulla Somalia.
Padre Zanotelli ha pertanto esposto ai presenti come sia facile per gli occidentali richiedere soldi, mentre sia molto più difficile capire, individuare e rimuovere le cause e le responsabilità di tali catastrofi umanitarie. Fu l’Italia a creare lo stato somalo, mentre oggi sembra ponziopilateggiare. L’Alzheimer degli italiani per quanto concerne la propria storia patria, è testimoniato dall’assurdità di riabilitare e “santificare” in tempi record, a pochi anni dalla morte, statisti che del disastro somalo sono in gran parte corresponsabili.
Il mite padre comboniano, dal tono di voce flebilissimo, non ha esitato, infatti, a puntare deciso il suo indice accusatore contro la politica estera italiana della metà degli anni ottanta, che si caratterizzò per la fornitura di armi al regime somalo di Siad Barre in guerra contro l’Etiopia; per l’esportazione di corruzione e tangenti
delle imprese italiane coinvolte nell’ affaire “COOPERAZIONE ITALIANA AL SOTTOSVILUPPO”; per lo scandalo di un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei Paesi industrializzati e stivati in Somalia (vedere alla voce, Ilaria Alpi, ndr). Storie dimenticate troppo in fretta, scandali tenuti nascosti alle nuove generazioni, ma che impongono un “mea culpa” che tutti gli italiani dovrebbero recitare
quotidianamente, col capo cosparso di cenere.
Ma se l’appello pubblico del buon Eugenio Mastroianni, pro Africa Mission, è stato solo un mero spunto introduttivo, il padre comboniano ha focalizzato tutta la sua analisi sulle esiziali discriminazioni contro i rom, gli zingari, perseguitati da tutti nel corso dei secoli, mezzo milione dei quali furono cremati nel “sonno della ragione” dei campi di sterminio nazisti.
Un popolo che nonostante tutto è sopravvissuto agli insulti della storia criminale degli uomini, grazie al loro spirito di adattamento e attaccamento alla vita, alla gioia di resistere e continuare a vivere con pochissimi mezzi a disposizione. Un popolo che ha offerto alla Chiesa anche santi saliti agli onori degli altari.
Il missionario ha in particolare messo in guardia contro l’esasperante e inquietante “razzismo di stato” di cui sono sottilmente intrise le leggi Turco-Napolitano, Fini-Bossi, leggi Maroni sulla sicurezza, alimentato soprattutto da pseudo ideologi e/o politici invasati del calibro di un Borghezio, che di fronte alla mattanza di Oslo è persino arrivato a condividere il manifesto criminale del mitomane stragista, gettando una ennesima tonnellata di fango e vergogna sulla credibilità del nostro misero ed osceno Paese.
Invasati che considerano i neri, i rom, gli slavi, solo come umile manodopera da sfruttare nell’edilizia, nelle campagne, o come inquilini da alloggiare, ma giammai considerati come soggetti di diritto, come portatori sani di dignità, con uguali diritti e doveri, come tutti gli italiani “perbene”.
In un mondo che in pochissimi anni toccherà la ragguardevole cifra di dieci miliardi di persone, l’unica soluzione per il futuro del pianeta è imparare ad accogliere e rispettare l’altro, disintossicarci vicendevolmente dai pregiudizi di cui siamo vittime nel nostro quotidiano, diventare ricchi della diversità civile, culturale e religiosa degli altri popoli, riscoprire il valore della “convivialità delle differenze” sostenuto tenacemente dal beato Tonino Bello, il vescovo del grembiule.
Soprattutto in previsione del fatto che l’assetto geo-politico europeo sarà scompaginato tra pochi anni da una sconvolgente migrazione biblica di centinaia di milioni di africani, autentici “rifugiati climatici” che scapperanno dalla fame e siccità, dalla desertificazione e deforestazione, acutizzate dagli abnormi inquinamenti causati dai paesi del “primo mondo”. Una orda africana che scapperà da terre senza acqua potabile per assaltare una Europa di culle vuote e che quindi sarà destinata a colorarsi in poco tempo di
cioccolato e ad islamizzarsi. Ma se già adesso si calcola che in un solo anno hanno perso la vita decine di migliaia di africani inghiottiti nel nulla a pochi km dalle coste siciliane, in quale terribile cimitero acquatico si trasformerà il nostro Mar Mediterraneo, se pensiamo ancora di trincerarci nel fallace salotto del nostro benessere, chiudendo gli occhi sulle sciagure umanitarie di cui siamo in parte corresponsabili?
Non c’è nessuna umanità se non al plurale, perché fin quando singoli gruppi pretenderanno di parlare a nome dell’intera umanità o avranno l’arroganza di essere i soli custodi della verità assoluta da imporre agli altri, si cadrà ancora una volta nel baratro del cieco fanatismo e degli aberranti totalitarismi, di cui la stessa Chiesa fu spietata e criminale protagonista (crociate, Santa Inquisizione, centinaia di migliaia di presunte fattucchiere bruciate vive). Abbiamo tutti bisogno di ascoltare le verità degli altri, altrimenti saremo
destinati in poco tempo a sbranarci a vicenda in un ennesimo mare di sangue, che da millenni sembra non seccare mai.