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Dino Ambrosino: quello della mobilità è il primo e più grande problema dell’isola

Dino AmbrosinoSindaco Dino Ambrosino, ci sono in questi  giorni molte polemiche sui cambiamenti relativi alla circolazione degli autobus. Lei è convinto delle bontà delle decisioni prese?

Ritengo che sia normale  avere delle reazioni non positive e perplessità quando ci sono cambiamenti che toccano le nostre abitudini. Bisogna parlarne e discuterne insieme serenamente, anche perché stiamo parlando di una sperimentazione che durerà fino a settembre e poi si prenderà una decisione definitiva. La soluzione ai problemi reali  non è mai indolore, perché porta modifiche che incidono sui comportamenti umani chiedendo qualche sacrificio, un sacrificio che è sempre finalizzato al bene comune.

Perché ha ritenuto così importante toccare un’abitudine consolidata da quasi 30 anni. Quali sono i motivi che l’hanno portato a proporre una sostanziale  modifica dei percorsi.

L’isola è cambiata rispetto ad ieri, le auto e i motorini sono aumentati paurosamente, la società cambia, le esigenze mutano, voler rimanere fermi a 30 anni fa  è segno di staticità, di immobilismo, di menefreghismo, di non tener conto delle disfunzioni e dei pericoli sulle strade di cui tutti ci siamo lamentati. Una società che si lamenta ma non prova a sperimentare soluzioni alternative è una società morta. E noi vogliamo esseri vivi, pronti ai cambiamenti se servono e migliorano la situazione. Per questo abbiamo voluto che la soluzione adottata è sperimentale.

Che cosa le ha dato la forza di portare queste innovazioni, sapendo benissimo che avrebbe trovato ostacoli e resistenze?

Una convinzione profonda: se vogliamo risolvere il problema del traffico che ci assilla maggiormente, dobbiamo prima di tutto sperimentare un nuovo sistema di circolazione del trasporto pubblico.

Non si poteva aumentare qualche corsa senza muovere l’assetto precedente?

Non avendo, fino ad aggi, potuto avere dalla Regione una aumento delle corse, abbiamo ritenuto doveroso sperimentare un sistema che ci consentisse di aumentare la frequenza di certe corse, con gli attuali km di percorrenza concessi.  Questo della mobilità del trasporto pubblico è solo uno degli aspetti del più vasto e grave problema della mobilità che affligge l’isola da tempo ormai e di cui tutti più o meno ci lamentiamo.  Ci lamentiamo tutti del traffico in certe ore, degli autobus affollati, delle poche corse. Continua era la protesta degli abitanti di Solchiaro che avevano una corsa ogni ora.

Mi sembra però che il problema più grande sia il numero esorbitante di auto e motorini presenti su un territorio così piccolo di soli 3,7 chilometri quadrati.

Se vogliamo migliorare la nostra vivibilità sul territorio dobbiamo ridurre l’uso dell’auto e dei motorini. Noi abbiamo attualmente 4000 auto e 7000 motorini che invadono le nostre strade piccole, senza marciapiedi, con incidenti continui e che impediscono quel diritto sacrosanto dei pedoni di fare una passeggiata tranquilla. Forse pochi sanno che secondo il codice stradale  le strade senza marciapiedi o percorsi pedonali non potrebbero essere percorse da motoveicoli. Perché la sicurezza del pedone è prioritaria nei centri urbani. Siamo tutti smarriti quando succede un incidente e l’ultimo è avvenuto la settimana scorsa, anche abbastanza  grave.

Undicimila motoveicoli sono veramente molti per un isola così piccola.

Un numero pericoloso, viste le piccole dimensioni delle strade e considerato che ogni anno questo numero aumenta. D’altra parte dobbiamo prendere coscienza che siamo  in  un’isola densamente abitata. Siamo in Europa una dei paesi più densamente popolati, questo crea già di per sé dei problemi gravi di convivenza. Siamo tanti in poco spazio e se non condividiamo regole ben precise i conflitti tra noi aumentano.

Infatti  con Ischia abbiamo il triste primato di un numero molto alto di cause civili. Ci presentiamo al mondo come un popolo molto litigioso.

Ritengo che questo aspetto della litigiosità sia  la conseguenza di questo affollamento, che da una parte è storico ma anche conseguenza dell’urbanizzazione  e delle accresciute esigenze della società moderna. Nessuno mai ha aiutato i procidani a capire  che, viste le ridotte dimensioni dell’isola,  non potevamo aumentare il numero delle case arbitrariamente,  il numero di autoveicoli in maniera esponenziale… Purtroppo nessuno ha mai fatto intravedere che i limiti ambientali imponevano un limite per le abitazioni,  per la circolazione, per la velocità e per il parcheggio delle auto nelle strade.  Siamo andati avanti per tanti anni come se tutto era possibile. Oggi siamo costretti a prendere in mano le difficoltà di cui tutti soffriamo e  cercare insieme di capire come poterle risolvere. E’ un dovere della politica affrontare le situazioni, sperimentare nuove soluzioni.

Qualcuno afferma che, come in altri centri urbani, occorrerebbe determinare fasce orarie di percorrenza delle auto e motorini e fasce orarie di percorrenza per i pedoni. E questo sempre, sia d’inverno che d’estate.

In estate diamo la possibilità ai pedoni fasce orarie per poter tranquillamente affrontare le strade senza traffico, ma spesso poi  ci si lamentava perché le corse degli autobus erano poche. E mettemo dei pulmini in aggiunta, gratuiti.  Quest’anno ci siamo detti, prima ancora di stabilire le fasce orarie pedonali, vediamo se possiamo rendere più frequenti le corse dei mezzi pubblici.  Ne abbiamo parlato in commissione, poi  con gli esercenti, gli autisti, infine ci siamo ancora rivolti alla Regione per chiedere  più corse ma senza risultati. L’unica possibilità che avevamo era quella di sperimentare   delle circolari più brevi, per avere a disposizione una manciata di chilometri  che poteva servirci ad  aumentare la frequenza delle corse. D’altra parte è il sistema che viene adottato dovunque soprattutto lì dove i percorsi sono articolati e non lineari.

Quindi la soluzione scelta è dovuta essenzialmente a non avere a disposizione dalla Regione  più chilometri di percorrenza.

Questo è stato sicuramente un motivo primario. Ma a questo si aggiunge anche un’altra motivazione non secondaria. Se avessimo lasciato i percorsi tradizionali e aggiunto altri autobus,  sulle strade dell’isola ci saremmo trovati con ingorghi molto forti.  Tutti sanno in estate cosa succede in certi tratti dove passano gli autobus e le auto in senso contrario. Intasamenti e ingorghi con impossibilità dei pedoni a camminare, una vera follia. Anche perché noi siamo oggi ad un uso dell’auto a livello patologico. Se vogliamo scoraggiare l’uso dell’auto,  l’unica possibilità che abbiamo è intensificare le corse dei mezzi pubblici. Questa delle circolari ci è sembrata al momento l’unica strada da sperimentare.

Qualcuno trova difficile e faticoso questo scendere da un autobus  e prenderne un altro.

Lo capisco, lo capisco per gli anziani,  ma aver portato con più frequenza gli anziani del centro storico al centro dell’isola a Piazza della Repubblica dove c’è la posta, la banca, il tabaccaio il salumiere, il fruttivendolo… tutto ciò di cui può aver bisogno è qualcosa che prima non c’era. Come pure per le persone che abitano a Solchiaro che hanno ora più possibilità di raggiungere il centro commerciale San’Antonio-Piazza Olmo.

Resta però il fatto che i mezzi non sono sempre adeguati.

Sicuramente ma dopo questi sforzi che stiamo facendo per migliorare la situazione, avremo più forza di contrattazione con la Regione e chiederemo mezzi più idonei, mezzi adeguati, tariffe agevolate, autobus elettrici.

Il cittadino fa comunque resistenza a dover lasciare l’auto a casa per prendere l’autobus.

Non dobbiamo aver paura di cambiare se questo cambiamento porta un bene più grande e ci aiuta a liberarci sempre più dalla schiavitù dell’auto, come pure dobbiamo capire che a Procida non possiamo circolare  con  macchine grandi che occupano quasi tutta la larghezza della strada. E’ una cosa assurda, ma  molti pensano che sia normale. L’assurdo che diventa normale è follia e noi non vogliamo essere folli, ma persona ragionevoli che si mettono insieme per migliorare la vita nel paese. D’altra parte si tratta di fare un esperimento. Democraticamente dobbiamo tentare vie alternative perché, lo ripeto, quello della mobilità è il primo e più grande problema dell’isola.

Senza dimenticare però il problema economico. Avere un’isola con milioni e milioni di debiti ci limita moltissim.

Tutto comincia dall’economia. Una famiglia che non funziona a livello economico va allo sfascio. Così pure un Comune. Aver trovato tanti debiti  ci ha creato non poche difficoltà. Certamente  stiamo facendo di tutto per ridurre il debito che i nostri precedenti amministratori ci hanno lasciato e vorremmo che in futuro i nostri giovani non abbiamo più a soffrire per i debiti dei loro padri.  Umilmente posso affermare che grazie ai sacrifici che stiamo oggi facendo tutti,  dopo 30 anni per la prima volta le entrate e le uscite del Comune di Procida si pareggiano realmente. Vogliamo che la Casa comunale sia la casa del bene comune e oggi, aprile 2016,  con gioia posso affermare di aver approvato un bilancio preventivo  senza debiti e questo non accadeva da molto tempo.

A cura di Vivere Procida

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Un commento

  1. geppino pugliese

    Alle ultime elezioni comunali

    se fossi andato a votare,avrei dovuto votare questo gruppo ora al comando,e ciò in opposizione ai governi precedenti che non avevano fatto bene.

    quando ho visto i personaggi,tra cui l’attuale Sindaco,intartaglia.. ed altri proporsi come protagonisti,mi è venuto un colpo…

    Non sono andato a votare,e di questo ne sono fiero,perchè ,giorno dopo giorno,

    mi rendo conto della ” nullità ” , della ” pericolosità ” , e della ” miopia “di queste persone, che vorrebbero

    fare qualcosa,ma stanno facendo guai inenarrabili, creando disagio e sconcerto x tutti i cittadini.

    Procida si sta avviando in un ” regime ” autarchico ,oppressivo,

    Io penso che fra poco ci sarà una ” sollevazione generale ” , per abbattere questi tiranni.

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