PROCIDA – È una lunga intervista di 12 pagine a Renzo Arbore ad aprire la nuova “Guida di Repubblica ai sapori e ai piaceri della Campania 2018”, da pochi giorni disponibile in edicola, che dedica a uno dei simboli della cultura partenopea un lungo excursus della sua vita nella regione, tra ricordi del passato e testimonianze dell’oggi. Ma il volume ha anche altri dieci testimonial d’eccezione, da Erri De Luca a Vincenzo Salemme, da Biagio Izzo a Lina Sastri, che negli Itinerari d’autore svelano i propri luoghi del cuore tra punti d’interesse turistico, segreti della città e consigli su dove mangiare. Gli Itinerari del mito poi invitano il lettore a rileggere la mitologia con uno sguardo contemporaneo, esplorando le leggende dai gladiatori di Capua alla sirena Partenope, mentre la nuova sezione dedicata alle Dimore di charme racconta 89 tra i più bei posti dove fermarsi a dormire, tra relais, hotel e b&b storici. Costiera Sorrentina, le Isole di Capri, Ischia e Procida e la Costa d’Amalfi sono poi i tre approfondimenti che la Guida dedica a questi tre luoghi iconici della Campania, esplorati in lungo e in largo tra ristoranti, luoghi da visitare, botteghe del gusto e pause gourmet a base di street food. Quest’anno maggiore, rispetto al passato, è lo spazio dedicato anche all’isola di Graziella con tante new entry dato che offre la chiara sensazione di come il territorio stia crescendo. Da questo punto di vista soddisfazione è espressa dal presidente di Casartigiani Maurizio Frantellizzi che dice: «Ringrazio la redazione de “Le Guide di Repubblica” per l’attenzione e visibilità (quattro pagine) che ha riservato all’isola di Procida fatto che attesta che il territorio, seppur non sempre in maniera sinergica, si sta attrezzando per le nuove sfide che, soprattutto nel comparto turistico, ci aspettano nell’imminente futuro. Mi piace altresì sottolineare che tra le novità inserite nella nuova guida ci sono anche aziende artigiane che da generazioni portano avanti le proprie attività così come si è dato risalto alle lavorazioni e prodotti tipici della nostra terra. Tutto questo non può che fare bene all’intero movimento».

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