Procida. Il capolavoro politico di Luigi Muro.

di Francesco Marino (da “Il Golfo”)La notizia dell’adesione di Muro a Futuro e Libertà è giunta sicuramente inaspettata cogliendo di sorpresa tutti, compreso il sottoscritto, ma non ha nulla di clamoroso come ha sostenuto su questo giornale l’amico Guglielmo Taliercio. L’opera rientra, infatti, nella logica di un politico di razza che è nato politico, facendo “gavetta” al seguito del primo maestro Vittorio Parascandola ed affinando le sue naturali doti alla scuola di P.zza della Repubblica dei cinici socialisti procidani.
Analizzando le sue mosse, sottolineando di aver volutamente omesso di contattare Muro per sgombrare il campo da ragionamenti comuni, diciamo che: Muro, pur partendo da una piccola isola qual è Procida, ha saputo farsi largo per arrivare al Parlamento e far sentire la voce di chi non ha mai avuto voce, non dimentichiamo che Procida è sempre stata terra di conquista di “Papi Stranieri”. Muro è un procidano doc e lo abbiamo sempre difeso proprio perché espressione del nostro territorio. Se non si entra nella “stanza dei bottoni”, come ha fatto la Lega Nord, non si va da nessuna parte. Nei giorni scorsi avevamo, tra l’altro, auspicato sinergia tra Muro e De Siano ma, evidentemente, Muro ha capito prima degli altri che il “ronzino” ischitano non aveva i garretti robusti per trainare Ischia e Procida verso quei traguardi che gli isolani si auspicano.
Muro è sempre stato di destra, ha avuto la fortuna di conoscere Pinuccio Tatarella che ne intuì le doti, lanciandolo nell’alta politica insieme a Italo Bocchino, suo amico e partner che, alle ultime elezioni lo ha sacrificato in fare di un eroe di guerra: insomma Fini decise e Muro obbedì.
Essendo giovane, con l’handicap d’essere isolano, fu fortemente osteggiato dall’on. Taglialatela quando si propose, e conquistò, la massima poltrona di AN a Napoli. Fu assessore provinciale – facendo benissimo in pochi mesi – e si dimise, giusto il codice etico sbandierato da Caldoro, prima di candidarsi alle elezioni regionali. Non si può dire che lo stesso atteggiamento fu tenuto da Taglialatela e De Siano che, anche in presenza di doppio e triplo incarico, hanno tenuto sotto scacco Muro fino all’ultimo istante concesso dalla legge (altro che accordi politici) prima di lasciare libero il seggio a Montecitorio. Qui, come tutti i neofiti, l’entusiasmo era grande ma subito si rese conto che gli attori con cui faceva compagnia erano dei guitti, ed ecco il suo capolavoro: torna con Italo Bocchino e Fini, in un partito piccolo, attualmente in minoranza, in cui certamente avrà il giusto spazio senza dover “elemosinare” ai vari De Siano, Taglialatela e Gasparri.
Ora ci aspettiamo un ritorno alla politica del fare, a partire dalla presentazione di un disegno di legge che risolva, con giustizia, il problema degli abbattimenti, per passare ad un piano per i trasporti marittimi. Per fare questo c’è bisogno di uno staff che lo appoggio, cosa che al momento., però, non si intravede facilmente.
Per il Comune di Procida, alla luce degli ultimi accadimenti, si apre (qualora si fosse mai chiuso) un periodo politico confuso che impone al sindaco Vincenzo Capezzuto, naturalmente legato a Cosentino, di fare delle scelte al cospetto, anche, di una compagine “Procida Prima” sempre più simile ad una torre di babele con componenti politiche di varie estrazioni che non sembra più rispondere ad un equilibrio smentendo gli scenari politici elaborati dai suoi consiglieri che, non avendo la levatura di Giuliano Ferrara, forse, in parte, lo scimmiottano solo nella mole.
Per il resto, come al solito, aspettiamo fiduciosi il commento acidulo dei soliti nanetti.

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