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La natura si ribella all’uomo

migration-duck-la-natura-ribelle-di-marilena--L-11wUwwdi Michele Romano

La natura, più del solito, presenta i suoi conti e annuncia all’uomo che è tremendamente tragica ed illusoria la propria superba presunzione che, dopo il “macrocosmo”, cioè Dio, viene poco dopo lui come ”microcosmo”, dandosi come compito quello di dominare e possedere gli elementi naturali per certificare le sue impronte imponenti ed invasive sulla terra, anche pagando costi terrificanti, tipo l’autodistruzione.

Ebbene, gli eventi tragici della Sardegna ce li stanno, in tutta la loro drammatica virulenza, a rammentarlo. E da noi ciò è talmente più grave perché il paese “Italia” ha talmente sviluppato tale principio di dominio che l’82% del territorio si trova in pieno dissesto idrogeologico tanto da far tremare, fortemente, le vene e i polsi.

Pertanto la questione ambientale costituisce un punto focale per disegnare un prossimo futuro degno di questo nome. In tal senso urge una profonda rivoluzione culturale in cui il cittadino recuperi l’antico rapporto armonico tra uomo e natura.

Il punto fondamentale di tale ripensamento, su cui mettersi in cammino, si deve fondare sulla consapevolezza di ricostruire il senso del limite coniugandolo con il ripristino delle regole. Per cui fermare il dilatarsi oltre ogni misure delle nostre città, bloccare per sempre le mostruose e indiscriminate espansioni territoriali, diventa un atto essenziale per non aggravare in modo irreversibile la già precaria vita quotidiana di tante popolazioni.

Bisogna dire che tale preoccupante problematica investe sia le grandi aree urbane che quelle piccole come il mio paese “l’Isola di Procida” dove i punti di criticità sono tanti e tali, alimentati nel tempo e adesso completamente sottovalutati, in modo insipiente, sia dalla classe politica, sia dagli operatori economici e sia da una buona fetta della cittadinanza.

In tal senso, in primis, sarebbe cosa opportuna che i soggetti politici, in special modo coloro che si stanno apprestando a competere, per il prossimo futuro, a dirigere l’isola mikhaelica, escono dalle loro futili e vacue autoreferenzialità attuali e si trasformino da Saul a Paolo sulla via di Damasco in modo da offrire un senso pregnante alla costruzione di un futuro degno di essere ancore vissuto in questa meravigliosa terra.

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Un commento

  1. CARO MICHELE COME AL SOLITO METTI IL DITO IN UNA PIAGA CHE NON SI RISANA E NON SI RISANERA’ PER LUNGO TEMPO. L’URBANIZZAZIONE SELVAGGIA E L’ABUSIVISMO SFRENATO CHE TANTI DANNI HANNO PROVOCATO E PROVOCHERANNO FARANNO SI CHE LA NATURA RITORCERA’ CONTRO L’UOMO I DANNI CHE HA PROVOCATO. LO STATO SU QUESTO CI SGUAZZA CON I VARI CONDONI A PAGAMENTO ( E CI MANCHEREBBE CHE FOSSERO ANCHE GRATIS ) E CON I COMUNI CHE STANNO A GUARDARE E POCO O NIENTE FANNO PER ARGINARE IL PROBLEMA, ANZI IL TUTTO E’ FONTE DI VOTI QUINDI…… A CHE SERVE INDIGNARSI? VOGLIAMO DARE UNO SGUARDO A PUNTA PIZZACO DOVE FINO A DUE ANNI FA C’ERANO POCHE CASE VISIBILI ED ORA E’ DIVENTATO UN QUARTIERE? E’ TUTTO A POSTO E C’E’ QUALCOSA CHE NON QUADRA?

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