Procida: il pensiero del giorno

babbo natale
È Natale Siamo buoni !

RICORDI D’INFANZIA DELLA VIGILIA DI NATALE

Tutta la zona del Canale (località che mena da San Leonardo a SENT’Cò

Era piena di pescivendoli- più di trenta, vendevano pesci di tutte le specie, capitoni,e frutti di mare,

C’èrano sette salumerie, quattro fruttivendoli, tutto questo in meno di cento metri.

Era uno spettacolo, la gente comprava senza badare a spese, ricchi e poveri.

Per prepararsi per cena della vigilia.

Il 24 sera, vigilia di Natale, sortiva una processione di fedeli, della chiesa di San Leonardo, percorreva la strada principale della Grancia, (PARROCCHIA) arrivati al termine al “mamozio” (zona dell’isola comunemente chiamata così, per il fatto che sul rosone del portone del palazzo, di stile spagnolo, c’è una maschera che rappresenta un faccione.) ritornava indietro, e arrivava fino a Marina Sancio Cattolico (sent’cò) il volgo chiamava questa manifestazione “u suntment”.

Credo che fosse “Il pentimento” apriva il corteo, il parroco con il sacrestano, che portava l’incenso, e l’autorità della zona, che portava il crocifisso. . Man mano che il corteo faceva il suo percorso, i parrocchiani, che stravano sui balconi, negli atri, e cortili, manifestavano la propria fede con il segno della croce, e sparando tric trac, botti e bengali, chi aveva spazio disponibile, teneva il braciere acceso, per mettere l’incenso, e per accendere botti .

Terminata la funzione religiosa, si dava inizio lo spettacolo pirotecnico.

( attirando l’attenzione di tutti) In P.zza Marina Grande, s’accendeva un grandissimo rogo, (in dialetto procidano “u munerio”) Gli artefici Principali che davano vita allo spettacolo erano, i compianti Michele Assante di Cupillo Alias “cianfone” titolare dell’Ideal Bar (attuale bar Cavaliere) Michele Scotto di Monaco Alias “Micalin liborio” proprietario dell’unica ghiacciaia dell’epoca a Procida- con il balcone sopra al bar, dove oggi abita la Nipote, in Taliercio, Tommaso Costagliola Alias “tummasin caliedd”, commerciante in stoffe pregiate, l’orefice Aurelio Calise, erano quelli che gareggiavano a chi sparava di più. Questi facevano da richiamo anche ad della zona o passanti , che contribuivano alla festa dei fuochi. Verso la metà degli anni cinquanta, con l’apertura di via Libertà, fu costruita l’attuale P.zza della Repubblica, (_nome antico“ Fòr’ oh puzz “ perchè c’èra un pozzo, anche qui, si faceva uno spettacolo analogo. Gli antagonisti erano i compianti Dr Antonio Barone, Aurelio Calise, Trentino Allocco, Biagio Costagliola .

Il tutto volgeva al termine non più tardi delle ore 21,30-

Dopo assolto il doveroso atto di fede, Si andava a tavola.

Bene ! chi non c’èra non ci crederà: particolarmente i poveri, aspettavano un anno, che arrivasse Pasqua e Natale, per farsi una grande mangiata. I poveri più dei ricchi, specie la sera della vigilia di Natale,le tavole s’imbandivano d’ Insalata forte, spaghetti a vongole, frittura di pesce la zuppa, baccalà fritto accompagnato con il curniello di scarola, la pizza di scarola, il capitone fritto e arrostito, frutta secca, e il melone bianco era d’obbligo roccocò susamielli, pasta reale..

Non era proprio così per i Ricchi, perché mangiavano bene tutti i Santi giorni, e questo gli comportava qualche problema di salute, diabete, colesterolo, Uricemia, andava molto di moda “la cotta” comunemente detta la malattia dei signori, o dei preti.

Verso la mezza notte, si sentivano per strada alcune comitive che cantavano, “Tu scendi dalle stelle”

Bussavano alle porte di amici e portavano la serenata al bambino Gesù. Uno di questi era il Compianto Pasqualino sarpafierro.

Si leggeva in viso a ricchi e poveri, imbroglioni, e buoni, giovani e vecchi; felicità, gioia, armonia, cordialità, umanità,rispetto reciproco.!!!!!—————————???????????????????????

Questa è la vigilia di Natale, che io ricordo con tanta nostalgia!

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