nicola pellecchia
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Nicola Pellecchia un grande uomo

nicola pellecchiaIl 19 marzo del 2013 ci lasciava Nicola Pellecchia. Nonostante lo scorrere inesorabile del tempo il ricordo di Nicola, in tutti noi che abbiamo avuto modo di conoscerlo, è sempre vivo e presente ed è per questo che abbiamo incontrato un suo grande amico, Salvatore Costagliola, per raccontare alcuni aspetti che lo hanno sempre legato alla nostra isola.

«Conoscevo Nicola e la sua famiglia da molto tempo credo dalla metà degli anni 60 – dice Salvatore -. Abitavamo nella stessa strada, loro venivano d’estate a villeggiare, lui spesso si intratteneva in un giardino proprio di fronte al balcone di casa mia, dove c’èrano tre sorelle anziane che simpatizzavano con questo ragazzo.

Ci conoscevamo di vista anche perché io ero un giovanotto e lui un ragazzino, quindi avevamo strade diverse. In seguito, dopo un decennio, seppi che aveva “sposato” una ideologia che lo indusse a devastarsi la vita. Fu  nell’anno 2000, poi, quando mi venne presentato dall’avv. Pierluigi Taliercio perché aveva preso a cuore e s’interessava del settore della pesca a Procida. Ero  assessore con delega alla pesca, e alla sua richiesta di voler lavorare per il settore, non ci furono veti, né da parte mia e né dell’allora Sindaco Luigi Muro.

Facemmo nascere l’ADIRI pesca Procida, lui era il Segretario, portammo avanti molti progetti, il sottoscritto per quanto riguardava la parte politica lui come associazione.

Mai uno screzio tra noi, molte volte eravamo divergenti su argomentazioni sempre inerenti al settore, ma con il massimo rispetto, da parte di entrambi. Nonostante la sua situazione, dovuta al passato – continua Salvatore Costagliola –  mi presi la responsabilità di “sdoganarlo” nel senso che veniva con me come consulente tecnico in tutte le sedi istituzionali: ministero, regione, provincia, prefettura, in altri Comuni e al tavolo del consorzio dell’AMP.

Ho un ricordo affettuoso,  era una persona preparata, anche testarda pur di riuscire al proprio obbiettivo. Qualche volta, durante le pause a colazione o pranzo, mi concedevo la leggerezza di “sfotterlo” chiedendogli come si trovasse a mangiare con un uomo di destra, e lui sorrideva sornione, e poi mi diceva: “Ho imparato a stimare le persone tu ne sei una prova”. Difatti la stima era reciproca tant’è che ebbi il piacere e l’onore di officiare anche il rito civile del suo matrimonio. Un giorno – dice un Salvatore Costagliola visibilmente commosso –  mentre in treno andavamo  al Ministero dell’Ambiente per una riunione, sempre per discutere l’AMP, la nostra speranza era quella di evitare ciò che invece è accaduto grazie ai tanti soloni e all’ex ministro Pecorano, ad un tratto si alzò dal posto e scomparve; pensai che stesse a telefono, e non volesse dar fastidio, ai viaggiatori. Lo rividi all’arrivo a Roma, gli chiesi dove fosse stato e lui mi confidò che stava male e aggiunse: “Tu vai io devo andare in qualche parte per risolvere il problema”. Risposi che non se ne parlava neanche di lascialo solo e che avrei provveduto ad accompagnarlo, e che il Ministero avrebbe potuto aspettare. D’urgenza lo accompagnai al pronto soccorso dove gli applicarono il codice rosso, e fu subito visitato e appena si sbloccò, mi disse: ”Ora possiamo andare”. Così ci recammo presso Ministero per la riunione, compreso una serie di tubicini che gli vennero applicati e tolti il giorno dopo a Procida. Sono tanti – conclude Costagliola – gli episodi che ci accomunano e potrei stare a raccontare per giorni interi, questo è solo un piccolo esempio di che grande uomo era Nicola. R.I.P. Amico!»

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