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Procida: Il diritto alla mobilità e il dovere di pianificare

capitan nemodi Pasquale Carabellese

In primis. Messaggio in bottiglia per il capitano Nemo nel suo sottomarino.

-sparate,  -presunzione, +realismo, + umiltà, +rispetto, +rispetto, +rispetto. X  tutti. E non x favore.

Il diritto.  Fondamentale riferimento  di partenza: la copertura giuridica del diritto alla mobilità. E’ sancita in Italia dall’art. 16 della Costituzione e in Europa dalla Carta dei Diritti dell’Unione Europea.(art. II-105).

E’ quindi considerato una delle esigenze primarie del cittadino, al pari di altri diritti.

E’ tuttavia un diritto limitabile: da esigenze di “sanità e sicurezza “ e da altri diritti garantiti dalla Costituzione, quali la tutela  dell’ambiente e il diritto alla salute (leggi: inquinamento).

Serve chiarire. Si parla di limitazione (per definizione: temporanea/parziale/emergenziale), non di eliminazione. Se tanto mi dà tanto chi vagheggia una novella Arcadia  di pecorelle e di ciucci con la sporta dovrà prima separarsi dall’Italia e dall’Europa per proclamare il suo personale granducato di Bellolandia. A meno di non stravolgere le leggi, limitato è l’intervento del Sindaco , possibile  solo con modalità di necessità e urgenza. Infatti…

Tra bugie istituzionali  e temerarie sproporzioni. … a giustifica dell’ordinanza estiva di divieto di circolazione troviamo come motivo la preoccupazione per  la pubblica incolumità.

Visto che “fino al 31/08 2015 gran parte delle località isolane  saranno interessate da numerose manifestazioni turistiche, culturali e religiose, con aumento di persone e veicoli..”.  La capziosità è evidente: si vorrebbe che tutta Procida, per tutto il mese, sia stata interessata da manifestazioni non stop dalle 7 di sera alle 4 di mattina!

E’ piuttosto vero, invece, che gran parte delle non molte manifestazioni partecipate erano localizzate e controllabili con una temporanea isola pedonale. Ma lasciamo stare e ritorniamo ai motivi dell’ordinanza.

Mi interessa sottolineare che ci sono due grandi assenti. Benché continui ad essere la bandiera agitata dai “duri e puri” e resti il motivo più vantato sul ponte di comando, manca la voce “sanità”. Non è una novità; nelle ordinanze più vecchie l’inquinamento acustico ed atmosferico  (motivi ben più seri e pesanti della pubblica sicurezza alle feste) erano le giustificazioni prevalenti. Poi sono scomparse, per un motivo molto semplice. Legate a leggi nazionali, se non adeguatamente giustificate erano facilmente contestabili e quindi non sostenibili al preferito indeterminato  livello discorsivo.

In altre parole: puoi parlare di inquinamento solo se lo misuri ancora, dopo aver creato le condizioni previste per il suo contenimento. Se c’era ed era stato misurato. Altrimenti “non esiste” e non lo puoi mettere in ordinanza.

In conclusione. Il divieto di circolazione resta appoggiato a un solo esile puntello (l’ordine pubblico) che, accettato letteralmente, è in qualche modo anche una dichiarazione di impotenza ed inefficienza. Non è un caso che  la sua portata, limitata anche dall’obbligo di prevedere la copertura del trasporto pubblico, si è progressivamente ridotta nell’ultima amministrazione Capezzuto, fino alla stretto necessario puramente simbolico del 2014.Serviva un entusiasmo da “scopa nuova” per una dilatazione tanto  gravosa e per molti versi inutile sul piano del traffico.

Utile però per far risaltare una verità spesso sottaciuta. Sempre di più emerge che la funzione efficiente del divieto non è tanto di tutela della pubblica incolumità; quanto, da sempre, di efficace redistribuzione del reddito all’interno  della nostra comunità e di governo ferreo delle “anime morte” non affiliate a nessuna delle corporazioni protette. Efficace come non mai  nello scaricare su altri procidani i costi dell’arricchimento benedetto di alcuni. Strumento “per”, usato “contro”: trofeo asservito a scelte politiche altre.

La mobilità . Se vogliamo parlare seriamente di traffico è necessario uscire dalla strettoia del suo reiterato “coma indotto” e dalle esasperazioni da tifoseria che genera, per arrivare all’approdo concreto della mobilità sostenibile, che non nega ma organizza l’esercizio del diritto alla libera circolazione in modo da armonizzarlo con gli altri diritti, come recita la Costituzione. E’ innegabile che effetti indotti di congestione e di domanda possono essere tali da richiedere talvolta interventi tampone immediati; tuttavia anche un tampone, se abusato, non assorbe più niente, come dimostra il miserando fallimento nel lungo periodo delle targhe alterne, largamente previsto  dagli esperti del Ministero. Tra parentesi, la misura è nata ed utilizzata per combattere uno specifico inquinamento dovuto a specifiche emissioni dei veicoli non a norma. Ha carattere temporaneo, non preventivo, deve essere comunicata all’autorità. Si sviluppa a partire dalla misura di  un livello di inquinamento non accettabile per legge, rimisurato quotidianamente per confermare o meno il provvedimento. In Italia; a Bellolandia… Ma torniamo a bomba.

La logica ( e la norma) vuole che accanto al sacrosanto intervento tampone sia indispensabile avviare al più presto l’attuazione di un programma  che consenta soluzioni definitive.

Se non lo si vuole usare come pretesto, il problema del traffico può essere oggi affrontato con tecniche che consentono di individuare i rapporti causa-effetto che lo interessano. Infatti un punto spesso non chiaro da tenere fermo è che il traffico è una variabile dipendente: dalla struttura del territorio, da scelte politiche pregresse, da caratteristiche demografiche e di tessuto sociale e così via. Di questo tipo sono gli elementi da ricostruire, studiare , incanalare: il traffico ne verrà di conseguenza.

Il P.U.T. Esiste nella normativa uno strumento misconosciuto, anche perché usato spesso impropriamente come semplice contenitore di divieti: il Piano Urbano del Traffico.

E’ uno strumento obbligatorio per comuni come Procida, inferiore a 30.000 abitanti ma interessato da flussi notevoli turistici. Almeno così lo ha visto la Regione Campania quando lo ha fatto inserire nel terzo elenco del Ministero dei Lavori Pubblici (decreto 26/09/96). Sì, 1996.

Nelle intenzioni del legislatore è un insieme di interventi coordinati per il miglioramento delle condizioni della circolazione stradale nell’area urbana di pedoni, mezzi pubblici e veicoli privati. Limitato a 2 anni, ad un esame superficiale sembra offrire la possibilità solo di limitate misure di mitigazione sulla circolazione stradale, dal momento che il flusso veicolare non è una variabile indipendente  ma il risultato di un certo numero di relazioni a monte del fenomeno, da studiare ed affrontare in tempi più lunghi. Ma è rinnovabile.

Per questo obbligo il PUT, da strumento tecnico-amministrativo di breve periodo, mediante successivi aggiornamenti può diventare un Piano-Processo, rappresentando diverse fasi di attuazione di un piano di lungo periodo. Naturalmente con una elaborazione a monte non inquinata, affidata a tecnici esterni .Ci porterebbe fuori dal dilettantismo locale e potrebbe essere la chiave affinché la circolazione stradale a Procida diventi finalmente adulta, dopo 30 anni di “coma indotto” e pinzillacchere allegate.

E’ ora che la politica, fuori da ogni imbroglio, si ponga finalmente la domanda delle domande: si pensa veramente di continuare a gestire in termini emergenziali, strumentali ed ideologici –e per di più con un margine di manovra esiguo come quello evidenziato- un problema che è invece di tipo strutturale , concreto e vitale?

 

Compito a casa. Per chi ha accesso alla stanza dei bottoni. Cercare sulla Treccani il significato della parola  ”protervia”  e copiarlo (circa) 2000 volte sulla propria agenda di lavoro.

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2 commenti

  1. Carabellese, efficace e pronto nella sua essenziale e spiritosa dissertazione, ci convince più d’ogni altra voce competente, di alcune verità presenti ma sostanzialmente ignorate dai gestori dell’isola .
    Le sue prescrizioni infarcite di saggezza nostrana, convincono anche i non residenti, per che adottabili su qualunque territorio gestito in assenza d’ambiguità .
    Questo personaggio, che riesce a comunicare con leggerezza e competenza ogni difficile quanto necessario disegno urbanistico, dovrebbe essere premiato!

    Nel suo disquisire s’ avvertono le esigenze d’un autentico cittadino propositivo, non per fini moralistici ma attuativi .
    Dovrebbero essere considerati decisivi i suoi interventi nei consigli comunali !

  2. michele carabellese

    Egregio si rotella gentilmente se puo’ mettere nome e cognome di chi ha fatto l’articolo,visto che in famiglia siamo parecchi e non tutti la pensiamo come lui .

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