Procida. Il pastore e il suo gregge: riflessioni di un miscredente

di Francesco Marino

Riceviamo questo scritto da un nostro affezionato lettore e ci piace portalo alla vostra attenzione.

Il mio è un piccolo e insignificante paesello il quale non conta e non conterà mai niente, così come non ha contato niente nel passato.
Però, noi siamo convinti, forse con qualche merito, di essere l’ombelico del mondo, si proprio il centro centro.
Siamo così in continuo fermento culturale, teatrale, scenografico, religioso, etc….
In questo respiro culturale, la Fede fa la parte del leone, eventi e momenti legati alla dottrina di Cristo e alla sua vita sono punto di partenza di tante iniziative di approfondimento del pensiero cattolico e quello meno filosofico, forse direi più scenografico come la creazione dei “misteri”.

I pastori di questo gregge vivacissimo ed anche un po’ restio a farsi guidare, incontrano grosse difficoltà a farsi capire: è ore di abbandonare il vecchio tratturo per scoprire nuovi pascoli ma, freddo al cambiamento rimane il “vecchio” gregge, che tanta erba amara ha mangiato.
I pastori, per i giovani agnelli, vogliono erba nuova, cibo fresco e nuovi pascoli.
Proviamoci, seguiamo il pastore, facciamo cadere questa cataratta mentale che ci impedisce il godimento totale della luce, del vento fresco del rinnovamento, abbiamo fiducia.

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